In merito alle proposte contro il carovita che stanno emergendo nell’ambito del dibattito sulla finanziaria e sul decreto legge ad essa collegata, l’Intesa dei consumatori esprime insoddisfazione per le proposte avanzate dal Governo, giudicandole insufficienti per contrastare un fenomeno che ormai investe gran parte della popolazione.
?L’idea di far pagare ai furbi, le conseguenze del fenomeno speculativo da loro innescato a seguito dell’entrata in vigore dell’euro – sostengono i vertici di Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori -, rimane inattuata se prima non si realizza un sistema in grado di permettere alle autorità competenti e ai cittadini di individuarli e rendere possibili le sanzioni?.
Via libera allora, sostiene l’Intesa, al doppio prezzo, quello pagato all’ingrosso dal commerciante e quello al dettaglio proposto al consumatore.
?In questo senso – prosegue l’Intesa – siamo anche disponibili ad un incontro col comando della Guardia di Finanza per collaborare allo studio delle misure più idonee da realizzare per arrestare il fenomeno speculativo?.
L’Intesa, nell’analizzare le tardive proposte del Governo, si domanda perché si è aspettato due anni, prima di attuare un provvedimento consigliato dalle 4 associazioni consumatori ancor prima dell’entrata in vigore dell’euro.
Nell’ambito di questo dibattito, l’Intesa rende nota la piattaforma di proposte che domani presenterà alle ore 10,30 presso il Ministero delle Attività Produttive, all’interno della prima riunione operativa dell’Osservatorio sui prezzi.
?Queste proposte ? sostiene l’Intesa ? sono di facile attuazione e un impegno concreto del Governo in questo senso, restituirebbe a molte famiglie italiane almeno una parte dei 2.800 ? tolti loro dal carovita dilagante?.
Ecco le proposte dell’Intesa consumatori:
– Prezzi: esposizione obbligatoria, insieme al prezzo al consumo, del prezzo pagato all’ingrosso; incoraggiare accordi interprofessionali (provvisti di verifiche, controlli e sanzioni) in particolare con le associazioni dei commercianti, degli artigiani e dei produttori, per calmierare i prezzi soprattutto dei beni di largo consumo quali alimentari, abbigliamento, scuola; aumentare nei mercati la quota di prodotti venduti direttamente dai produttori; favorire il rilancio degli Enti Comunali di Consumo;
– Tariffe: blocco di tutte le tariffe dei trasporti ferroviari, urbani e delle autostrade per un anno;
– Tasse locali: impegno di Governo, regioni e ANCI per un congelamento di tutte le tasse, imposte e tariffe locali per 2 anni;
– Benzina: aprire una commissione d’inchiesta parlamentare per accertare le dinamiche che portano alla definizione del prezzo alla pompa e per verificare l’entità e l’esatta destinazione dei profitti indebiti delle compagnie petrolifere, conseguenti alla differenza nei tempi di aggiornamento dei prezzi al consumo; defiscalizzare l’Iva dalle accise soprattutto per abbattere i costi di trasporto che incidono sui prezzi dei beni di largo consumo;
– Gas: diminuire dal 20 al 10 per cento l`Iva applicata, adeguando la legislazione a numerose sentenze che accolgono le tesi dell`Intesa dei Consumatori e defiscalizzare l’Iva sulle accise, accelerando l’iter in commissione per una rapida approvazione della legge in Parlamento;
– Mutui: portare il tasso dei mutui agevolati sotto il tasso di usura (circa il 6,3 %) che comporterebbe immediati e giusti grandi risparmi per famiglie ed enti locali;
– Sanità: bloccare l’introduzione di nuovi ticket che gravino sulle medicine e sulle prestazioni sanitarie;
– Riforma Istat: inserimento dei consumatori come osservatori nei Comitati di rilevazione prezzi e differenziazione dei panieri per tipi di consumo e reddito prevedendo un paniere specifico per gli anziani dove il peso percentuale di alimentari e sanitari sul totale del reddito è superiore che nelle altre fasce;
– Rca: riduzione significativa delle polizze per coloro che si trovano nella prima classe di merito e passaggio alla categoria superiore per coloro che non hanno avuto incidenti negli ultimi 5 anni;
– Recupero con agevolazioni fiscali una tantum sulla prossima dichiarazione dei redditi della perdita di potere d’acquisto dei redditi familiari degli anni 2002 e 2003.