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L`INTESA DEI CONSUMATORI COMPIE UN ANNO DI VITA













INTANTO LE PRIME PROPOSTE CONCRETE: DISDETTARE I C.C. NELLE BANCHE CHE HANNO VENDUTO BOND ARGENTINI E ALTRE ?SOLE?, NON FARE IL PIENO ALLE POMPE ?SALATE?, CHIEDERE IL RISARCIMENTO ALLE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE CONDANNATE DALL`ANTITRUST



SARANNO SEVERAMENTE PUNITI CON SANZIONI REALI I COMMERCIANTI ?CHE CI MARCIANO? (COME DICE BILLE`) : ECCO LA PROPOSTA DELL`INTESA DEI CONSUMATORI


SCOMPARSE LE MONETE DA UN CENTESIMO …L`INTESA DENUNCIA LA BANCA D`ITALIA ALLA UE



Oramai è certezza. L’euro ha portato una ventata di aumenti di prezzi e tariffe che difficilmente i consumatori dimenticheranno. Fenomeno questo che da oltre 12 mesi tiene banco non solo sui quotidiani o nelle tante rubriche televisive, ma anche sui banchi parlamentari, passando per le scuole, per le tavole delle famiglie italiane, ecc.

Parte del merito della chiarezza fatta sul caro-euro va indubbiamente all’Intesa dei consumatori (costituita da Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori che raccolgono l’85% dei consensi dei consumatori italiani) che in un anno di vita ha indetto i primi 2 scioperi della spesa nella storia dei consumatori, boicottaggi alle compagnie petrolifere, centinaia di denunce contro i commercianti scorretti e una campagna martellante che ha prodotto centinaia di migliaia di articoli stampa nazionali e locali.

Insomma, dal punto di vista dell’informazione e della presa di coscienza del fenomeno da parte dei cittadini l’Intesa ha raggiunto un risultato al di sopra di ogni aspettativa. Basti pensare alle adesioni allo sciopero degli acquisti, ai boicottaggi, alle migliaia di fax, e-mail e telefonate di appoggio ricevuti dai cittadini durante questo anno. Basti pensare che gli stessi Ministri ed economisti che ad inizio del 2002 avevano tacciato le associazioni dell’Intesa di ?euroterrorismo? hanno fatto marcia indietro negli ultimi mesi, di fronte all’evidenza di un’inflazione ben più alta rispetto al 2,8% calcolato dall’Istat. Soggetti che ora meritano il famoso ?Tapiro d’oro? di Striscia la Notizia?

Per arginare il fenomeno del caro-vita, tuttavia, tutto ciò non basta. Come non bastano le inutili e improduttive riunioni indette dal Ministro Marzano per dare il ?contentino? alle associazioni dei consumatori. Occorre mettere in pratica soluzioni concrete contro il caro-vita e immediatamente attuabili dai cittadini, come ad esempio disdettare tutti i conti correnti aperti presso gli istituti di credito che hanno venduto bond argentini e titoli ?fregatura?, ricorrere (gratis) dinanzi al giudice di pace per ottenere il rimborso del 20% sulle polizze pagate dal 1995 al 2000 alle compagnie assicurative multate dall’Antitrust, boicottare i commercianti scorretti e le pompe di benzina più care. Oltre, ovviamente, a nuovi possibili scioperi della spesa e boicottaggi di marchi specifici.

Ma c’è un’altra clamorosa soluzione che oggi viene proposta dall’Intesa dei consumatori. Si tratta di una modifica dell’articolo del Codice penale che punisce il reato di aggiotaggio, il 501. Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori propongono infatti al Parlamento italiano di punire severamente i commercianti che intendono fare i furbi sulle spalle del povero consumatore.

Ecco dunque un nuovo articolo del Codice penale, il 501 bis, che l’Intesa chiede di adottare a tutela dei cittadini italiani e per porre un freno deciso alla corsa dei prezzi:
?Chiunque, anche indipendentemente dalle manovre di cui ai comma precedenti, commercia all’ingrosso o al dettaglio determinando un aumento percentuale del prezzo al consumo, non giustificato dall’aumento del prezzo a lui praticato dal fornitore, superiore al triplo della percentuale di aumento medio calcolato dall’ISTAT per il mese precedente di quello stesso prodotto, è punito con la multa da 500 euro a 50.000 euro. L’Autorità giudiziaria, su proposta dei NAS, sospenderà per un periodo non superiore a tre mesi l’indagato dall’esercizio dell`attività commerciale con relativa pubblicazione?.



Infine l’Intesa dei consumatori lancia un preoccupante allarme: in Italia stanno scomparendo le monete da 1 centesimo. E a dimostrarlo sono gli stessi cartellini con i prezzi, tutti arrotondati all’ultima cifra al 5 o allo 0. Questo significa che i pezzi di piccolo taglio, in particolare quelli da 1 cent, sono pressoché inutilizzati, e giacciono chissà dove? ma significa anche, e soprattutto, una spinta in alto dell’inflazione, visto che i commercianti disonesti hanno subito eliminato dai cartellini prezzi che finissero per 1, 2 o 3 centesimi, e quelli onesti, di fronte alla mancanza di centesimi nelle tasche degli italiani, per non essere costretti a concedere ogni volta un piccolo sconto, si sono adeguati agli altri arrotondando anche loro per eccesso. Una situazione grave, confermata anche da alcune Banche, che porta oggi l’Intesa a denunciare la Banca d’Italia all’Unione Europea.






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