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L`INTESA DEI CONSUMATORI CONTRO LA TASSA SULLA SALUTE





Dopo la proposta fatta ieri sera a PORTA A PORTA, di reintrodurre l’odioso balzello della tassa sulla salute, dopo la reintroduzione dei ticket sulle medicine e la manovra sui farmaci, che ha abbattuto i prezzi dei farmaci rimborsabili con un consistente aumento dei medicinali a carico dei cittadini che porta ogni famiglia a spendere il 35 per cento in più per curarsi, con la sapiente diminuzione del numero delle confezioni prescrivibili per curare le patologie croniche ed il passaggio di numerosi farmaci (soprattutto antistaminici contro le allergie, sempre più gravi e diffuse) dalla fascia B (rimborsabili al 50 per cento) alla fascia C (a totale carico degli ammalati), l’Intesa dei Consumatori considera assai grave la decisione di ripristinare la tassa sulla salute, inutile e pesante balzello a carico delle famiglie, che appare quasi come un accanimento contro i redditi già abbastanza falcidiati dei cittadini italiani.

Anche l’ultimo rapporto Istat conferma che la povertà è in aumento e che negli ultimi due anni è in atto un costante aumento delle famiglie marginali che vivono al di sotto della soglia di povertà, pari al 24 per cento, ossia una famiglia su 4 nel mezzogiorno d’Italia dove i giovani invecchiano a carico dei genitori, senza trovare una speranza di lavoro.

Il rapporto Istat dimostra che, nonostante il peso marginale assegnato nel paniere ai servizi assicurativi, pari allo 0,64 per cento, invece del 6 per cento reale che incide una polizza obbligatoria di 800 euro su un reddito di 15.000 euro, la RC Auto è rincarata del 7,7 per cento nel primo trimestre 2003, del 9,1 per cento nel quarto trimestre 2002, con un aumento medio nel semestre ottobre-marzo dell’8,4 per cento così come denunciato dall’Intesa dei Consumatori per smentire le affermazioni ?campate in aria? del ministro Marzano alla Camera dei Deputati su ?contenutissimi aumenti?, veri e propri numeri al lotto, dell’1,9 per cento; che i servizi bancari sono aumentati dell’11,6 per cento; quelli bancoposta del 26,7 per cento; i pedaggi autostradali del 6,7 per cento; i rifiuti solidi urbani del 5,6 per cento, a fronte di retribuzioni molto al di sotto del tasso di inflazione.

Insomma dopo i rincari appena citati, l’introduzione dei ticket sui medicinali a carico dei malati, gli sgravi a favore delle imprese, la futura soppressione dell’Irap, la reintroduzione della tassa sulla salute accompagnata da un ?gradevole? nuovo pedaggio su strade e superstrade nazionali che verrà presto istituito, è facile capire perché le famiglie italiane sono più povere!

E adesso, si domanda l’Intesa, la prossima mossa dell’esecutivo quale sarà? Forse istituire una tassa sull’aria che si respira?






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