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L’INTESA DEI CONSUMATORI CONTRO L’AUMENTO DELLE TARIFFE DEGLI AVVOCATI






Anche gli avvocati vogliono aumentare le tariffe praticate, come se non fossero già abbastanza elevate. Questa la proposta presentata dal Consiglio Nazionale Forense al Ministero della Giustizia e impugnata dalle 4 associazioni. L’Intesa dei consumatori si oppone a tale incremento delle tariffe, che andrebbe ad aggiungersi alla raffica di aumenti che ha colpito i cittadini italiani, con pesanti effetti negativi sull’inflazione. In un esposto presentato all’Autorità Antitrust e al Ministro Castelli l’Intesa fa notare che:


a) Le nuove tariffe dovrebbero recare gli onorari minimi e massimi sviluppati per tutti gli scaglioni. Tale misura condurrebbe ad una limitazione della concorrenza tra gli avvocati assolutamente ingiustificata.



b) Si vorrebbero adeguare le voci tariffarie sulla base dell’indice ISTAT al fine di recuperare la perdita del potere d’acquisto della moneta dal 1994 ad oggi (25%). E’ di palmare evidenza che tale adeguamento non considera la rivalutazione dei beni in base ai quali si calcola il valore della causa e quindi il relativo onorario. Così, ad esempio, un immobile nel 2002 avrà un prezzo di mercato superiore a quello avuto nel 1994.



c) Nella proposta si omette di considerare che, a causa delle dinamiche di sviluppo dell’attuale società, non solo il numero di pratiche trattate da ogni studio legale è notevolmente aumentato, ma grazie alle nuove tecnologie vi è un notevole risparmio di tempo, con un maggior guadagno marginale per fascicolo rispetto al 1994.



d) L’accorpamento di più scaglioni comporta la possibilità di chiedere, anche per quelli inferiori, l’onorario massimo per lo scaglione superiore, con un possibile guadagno per gli avvocati di gran lunga superiore al semplice recupero dell’inflazione.


e)Appaiono ingiustificati gli adeguamenti previsti per gli scaglioni superiori che raggiungono addirittura un aumento del 1100%.




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