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Lunedi’ da incubo, ieri, per migliaia di milanesi e pendolari

 Lunedì da incubo, ieri, per migliaia di milanesi e pendolari: quattordici ore di stop per la metropolitana verde da Cascina Gobba a Caiazzo a causa di guasto tecnico che ha messo in ginocchio la circolazione della sotterranea e il traffico cittadino.Secondo un calcolo approssimativo potrebbero essere rimaste a piedi 75.000 persone, sulle 150.000 che ogni giorno viaggiano sulla linea 2. L’odissea inizia di buon mattino per un guasto alla stazione Udine. Risultato, bus sostitutivi presi d’assalto, Milano paralizzata, tre ore per arrivare alla Centrale da Gobba. A fermarsi è il primo treno per Abbiategrasso che al suo ingresso a Udine trancia i cavi della linea elettrica aerea. Immediato, alle 6.15, lo stop ai treni per far intervenire i tecnici, ben 50 al lavoro. Si apre così una giornata tutta in salita per una Milano che si metteva in moto. Resse ai 40 bus sostitutivi (diventati 63 dalle 9.30); situazione ingovernabile un po’ ovunque: il clou a Lambrate, dove, tra le 9 e le 10, i pendolari appiedati invadono la piazza provocando l’ingorgo di bus e filobus. Alle 17, alla chiusura degli uffici, si è ancora in alto mare: gli uomini Atm continuano a impedire l’ingresso nelle stazioni interessate dal guasto, mentre dalle banchine, di tanto in tanto, giunge l’annuncio di un treno in arrivo che, viaggiando su binario unico, fa la spola tra Gobba e Caiazzo. Neanche alle 19, come invece annunciato da Atm, la ripresa della circolazione. Finalmente 50 minuti dopo partono i primi treni. «In un anno è la terza volta che un guasto nelle ore di punta manda in tilt la città;  è la dimostrazione della scarsa efficienza del sistema dei trasporti pubblici milanesi», tuona Marco Donzelli, presidente del Codacons, che invita i passeggeri danneggiati a ricorrere al giudice di pace. Risponde il presidente e amministratore delegato Atm Elio Catania: «Il guasto è il prezzo che la città e l’azienda pagano per 10 anni di mancati investimenti nell’ammodernamento delle infrastrutture. Ma ciascun dipendente di Atm oggi deve chiedere scusa ai clienti per il disservizio inaccettabile. Si conferma l’urgenza di proseguire nel piano di investimenti previsti».

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