Una esemplare sentenza del Consiglio di Stato ha concluso finalmente le peripezie del dott. Giulio Bigotti, oncologo e anatomo patologo dell’Università cattolica romana, perseguitato dal suo primario, Arnaldo Capelli, perché ne aveva scoperto le magagne e gli errori diagnostici. Così mentre il primario veniva processato per omicidio colposo per avere scambiato un tumore maligno per una infiammazione provocando la tragica morte della bambina di 9 anni Daniele Antonella (reato accertato a carico del Capelli con sentenza passata in giudicato) , il suo ricercatore, ?colpevole? di averlo scoperto e mandato sotto processo per errori diagnostici almeno 5 volte, veniva bombardato da una serie infinita di provvedimenti ed ordini di servizio diretti ad emarginarlo, confinarlo nella saletta dell’obitorio e, soprattutto, non consentirgli di esaminare i vetrini delle diagnosi formulate dal suo primario per non scoprire e denunciare altri tragici errori. Così il TAR aveva giudicato illegittimo il comportamento dell’Università e parlato del Bigotti come del ?monatto? di manzoniana memoria isolato e emarginato come avesse la peste. Ora il definitivo giudizio pesantissimo del Consiglio di Stato (sez. 6°, pres. Giovannini, est. Millemaggi Cogliani), che così sentenzia: ?gli atti dell’Università sono viziati perché si risolvono in una concreta e ingiustificata menomazione dell’attività di ricerca individuata e definita dall’art.32 citato, come quelli che hanno relegato il Bigotti allo svolgimento di attività esclusivamente nel settore delle diagnosi autoptiche, ovvero consistenti in veri e propri divieti restrittivi degli accessi al servizio, o ancora quelli che, nello svolgimento di attività di diagnosi istopatologica e assistenziale, hanno ridotto le possibilità operative del ricercatore in questione allo svolgimento di specifici compiti di volta in volta affidati, discrezionalmente , dal direttore o dagli aiuti di turno?. Ora finalmente il dott. Bigotti potrà agire ? sempre assistito dagli avv.ti del CODACONS Carlo rienzi e Michele Lioi ? contro l’Università per i pesanti danni subiti alla carriera chiedendo un indennizzo di 10 miliardi di lire.