Ma il Capo dello Stato risponde: «Non mi compete. Le leggi le fa il Parlamento» «C’è posta per lei, signor Presidente». Sono centinaia, le e-mail spedite dai precari docenti e ausiliari, amministrativi e tecnici provinciali all’indirizzo web www.quirinale.it e tra i mittenti, c’è il sindacato Cisl scuola di Pordenone. La richiesta inviata al Capo dello Stato Giorgio Napolitano è una: non firmare il decreto 137, sul ritorno del maestro unico nelle primarie e sui tagli agli organici. «Se arriviamo a 20 mila e-mail possiamo farcela». Ha lanciato la catena provinciale del passaparola sul cellulare Barbara, insegnante e sindacali con il diavolo per capello contro il ministro dell’Istruzione Gelmini. «La Cisl scuola Friuli partecipa all’iniziativa – ha sdoganato la protesta sul web, il segretario provinciale cislino Alessandro Basso -. Chiediamo di rivedere il piano Gelmini». Un primo risultato l’iniziativa l’ha ottenuto: il sito del Quirinale è stato intasato, alla fine. «Esimio Presidente della Repubblica – è la falsatraccia della supplica popolare – come docenti/genitori e soprattutto cittadini, Le chiediamo di fermare lo smantellamento della scuola statale ad opera del decreto legge 137». A stretto giro è arrivata anche la risposta di Giorgio Napolitano, il quale ricorda: «Non compete al ruolo del Presidente della Repubblica… decide le leggi il Parlamento». Una vera e propria doccia fredda per il popolo della scuola, che PERO’non molla la crociata anti-Gelmini. «Fermeremo il decreto del ministro dell’Istruzione – hanno promesso i precari -. Nel Pordenonese saranno cancellati 500 posti di lavoro in 3 anni. E’ la fine della scuola statale». Sulla barricata anti-riforma è salito il Codacons, l’organizzazione a difesa dei consumatori che ha battezzato il "Comitato insegnanti-genitori vittime Gelmini". Prime 100 sedi attivate e la lotta si sposta sul tavolo del giudice. «Avviamo ricorsi in giudizio contro la riforma Gelmini – hanno detto dal Codacons -, sollevando la questione di legittimità costituzionale. Ci sarà la possibilità per i genitori, preoccupati dei danni che il tagli al maestro unico porteranno, di fare sentire la propria voce con un’azione collettiva». Il numero verde per saperne di più è 800911911.