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Medici, “class action” per ottenere il dovuto

QUARANTAMILA euro per oltre settemila medici: ce n’è di che mettere in difficoltà la sanità nazionale. E si tratta solo della Basilicata. Il Codacons della Basilicata annuncia la più grande azione collettiva – una sorta di “class action” – cui possono riferirsi tutti i medici lucani che si siano specializzati negli anni dal 1982 al 1991. E non hanno avuto – spiegano dall’associazione dei consumatori – circa 40.000 euro ciascuno che la legge europea gli attribuiva come diritto assoluto. «Questi medici ora si avviano – aggiungono – con una vera e propria class action che stabilisce il guinness della più grande vertenza collettiva mai avviata in Italia, a sbancare le casse dello Stato in Tribunale ». Chi voglia aderire, può inviare un messaggio di posta elettronica all’indi – rizzo internet medici.spe – cializzati@codacons.it . Per chi invece non avesse dimestichezza con la comunicazione telematica, o comunque preferisse il vecchio, caro telefono, il numero da comporre è lo 0973/41716 (risponde l’av – vocato Giuseppe Pugliese). Questa la spiegazione dei provvedimenti che possono dare una base giuridica all’iniziativa del Codacons: la direttiva comunitaria del 1982 (82/76 Cee) aveva stabilito in favore dei medici il diritto di ricevere una “adeguata remunerazione” per il periodo di specializzazione svolto, periodo in cui i medici hanno lavorato praticamente gratis nelle corsie degli ospedali universitari». Tale direttiva – si legge nel comunicato diffuso ieri dal Codacons – recepita in Italia solo nel 1991 limitatamente agli specializzati iscritti ai corsi a partire dall’anno accademico 91/92, ha previsto l’importo di 21.500.000 lire per ogni anno di specializzazione, senza nulla riconoscere ai medici immatricolatisi alla specializzazione negli anni accademici che vanno dall’82/83 al 90/91. La Corte di giustizia europea, con sentenze del 1999 e del 2000, ha affermato il diritto alla remunerazione anche in favore dei medici che hanno svolto il corso di specializzazione dopo il 1982, termine ultimo fissato dalla citata direttiva comunitaria, per conformarsi a essa da parte di ciascun Stato. Sulla scorta di tali sentenze della Corte di Giustizia, anche i nostri giudici, con sentenze anche della suprema Corte di Cassazione, hanno riconosciuto il diritto dei medici italiani che hanno frequentato le scuole di specializzazione tra gli anni 82/83 e 90/91, a ottenere dallo Stato italiano il pagamento ad “una adeguata remunerazione”. «Già un migliaio di medici – concludono – hanno avuto ragione e hanno percepito i soldi sottratti con gli interessi. Ora anche in Basilicata il Codacons scende in campo e avvia la più grande azione giudiziaria collettiva per circa 7.030 medici della regione rimasti senza compenso al fine di far avere loro quanto spettante».

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