Un’anziana signora di Milano, andata dal medico di base per rinnovare una ricetta, ha dovuto attendere 3 ore e mezza per avere l’agognato pezzetto di carta. Un’attesa assurda ed inaccettabile per chiunque, resa ancora più insopportabile per l’età ed il caldo. La signora, indignata, si è rivolta al Codacons che ha deciso di chiedere i danni, per quest’attesa snervante, al Servizio Sanitario Nazionale. Una causa pilota in attesa di preparare una class action che metta insieme tutti i malati costretti ad attendere per più di un’ora il proprio turno. Sì invitano pertanto i consumatori a segnalare il loro caso allo 02/29408196. Il Codacons ha deciso di presentare anche un esposto alla Procura della Repubblica di Milano perché accerti se esistono profili penalmente rilevanti quali ad esempio l’interruzione di pubblico servizio.
La realtà è che i medici di famiglia lavorano troppo poco, ancor di meno in estate, hanno orari di ricevimento troppo limitati, finendo per far concentrare tutti i pazienti in pochi ristretti momenti della giornata e creando così inevitabili code, ed, infine, hanno troppi assistiti. Intollerabile, infine, che le segreterie telefoniche siano attaccate alle 10 del mattino, costringendo i malati a rivolgersi a guardie mediche o Pronto Soccorso.
Per questo il Codacons chiede alla Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) e alla Regione Lombardia (che in sede di contrattazione regionale può introdurre modifiche) di stabilire nuove regole per i medici di base. L’accordo collettivo nazionale che disciplina l’attività dei medici di medicina generale è ormai scaduto e va rivisto completamente.
L’accordo nazionale in vigore prevede un orario di 5 ore settimanali fino a 500 assistiti, 10 ore da 500 a 1000 assistiti e 15 ore da 1000 a 1500 assistiti. In pratica al massimo devono restare aperti per 3 ore al giorno, dal lunedì al venerdì. Orari già troppo ridotti ma che in molti casi i medici non applicano neppure, restando aperti anche meno di quel poco che già dovrebbero. Inoltre i medici dovrebbero essere aperti per almeno due fasce pomeridiane o mattutine alla settimana, ossia alternare pomeriggi a mattine, ma di solito l’orario è fisso per tutta la settimana. Le Asl non vigilano a sufficienza sull’applicazione di questo articolo del contratto come invece dovrebbero. Anche sulla mancata applicazione del contratto e sulla mancata vigilanza delle Asl, il Codacons chiede alla Procura di indagare.