Mentre tra occupazioni e lezioni a «cielo aperto» cresce ancora il clima di mobilitazione, la protesta anti-Gelmini entra da oggi nel vivo con il primo sciopero ufficiale, proclamato dai Cobas della scuola che scenderanno in piazza a Roma con una manifestazione nazionale per dire «no» a maestro unico e tagli. E da qui a metà novembre sarà un mese di fuoco per l’istruzione italiana: dalla tre giorni di autogestioni nelle superiori indetto dall’Unione degli studenti dal 21 al 23 ottobre, allo sciopero nazionale della scuola proclamato per il 30 ottobre dai sindacati confederali a quello degli atenei che probabilmente si terrà il 14 novembre. All’indomani della «Notte bianca» di protesta organizzata in tante scuole d’Italia (criticata dal presidente del Veneto Galan che vorrebbe addebitare ai manifestanti la bolletta della luce consumata per tenere aperti fino a tardi gli istituti coinvolti), genitori, insegnanti e studenti continuano a far sentire la loro voce contro i provvedimenti del ministro Gelmini. Dopo una lunga assemblea, seguita da un corteo che ha attraversato le vie di Roma per raggiungere il Ministero del Tesoro, gli studenti dell’Università La Sapienza hanno ieri deciso di iniziare l’occupazione dalla facoltà di Lettere garantendo comunque le lezioni. Intanto al liceo classico Mamiani è stato il secondo giorno di occupazione che si chiuderà oggi anche se uno striscione appeso all’esterno della scuola avvverte: «Mamiani (pre)occupato, è solo l’inizio». Anche a Milano le iniziative di protesta proseguiranno oggi con una manifestazione indetta dai Cobas in concomitanza con quella a Roma, con «feste per il tempo pieno» e «merendate di protesta» organizzate da alcune scuole elementari, mentre sabato 18 un corteo di genitori milanesi occuperà i parchi cittadini. A Firenze e Siena invece studenti e docenti hanno ieri organizzato lezioni universitarie in piazza per coinvolgere la cittadinanza. Lezioni all’aperto anche nel cuore di Bologna, sotto la statua del Nettuno, per gli studenti del Liceo Classico Minghetti, occupato da due giorni. All’Aquila gli universitari si sono riuniti nella Facoltà di Ingegneria e assemblee sono state tenute anche nelle Università di Ferrara e Lecce. A Napoli gli studenti aderenti alla rete «Universitari in movimento» hanno deciso di attuare un blocco autonomo della didattica e il 21 ottobre saranno in corteo per «dare il benvenuto» a Berlusconi e alla Marcegaglia. A Cosenza è da ieri in stato di agitazione la facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria. Gli studenti della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Palermo sono invece al quinto giorno di assemblea permanente e puntano a organizzare un corteo per il giorno 20. E’ stato ribattezzato infine «Kaos» il movimento di studenti medi di Genova che per oggi ha organizzato, insieme agli studenti universitari, un corteo in concomitanza con lo sciopero generale. Sciopero, quello proclamato da Cobas e Cub, che porta oggi in piazza a Roma migliaia di persone e apre il mese caldo della scuola italiana che avrà il suo clou il 30 ottobre quando incroceranno le braccia gli aderenti a Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti. «Confermiamo lo sciopero e lo faremo vigorosamente – ha detto ieri Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl – farò tutto quello che serve e se il governo non cambia il piano sarà muro contro muro». E mentre anche il mondo universitario ha già attivato le procedure per incrociare le braccia il 14 novembre, l’associazione dei consumatori Codacons ha annunciato una raccolta di firme in tutta Italia per chiedere le dimissioni del ministro dell’Istruzione nonchè un ricorso contro il decreto Gelmini, per contestare, in particolare, l’introduzione del maestro unico e i tagli all’istruzione.