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Morte in Neurologia “Licenziate il medico“

Risoluzione del contratto. Che, in termini concreti, significa licenziamento in tronco. E` la richiesta che l`Asl di Vercelli ha fatto al Comitato regionale dei garanti (formato da magistrati e dirigenti sanitari) nei confronti di un medico della Neurologia già sospeso, a suo tempo dal servizio. Sul caso, anche la magistratura ha aperto un`inchiesta per omicidio colposo: il medico è assistito, a livello penale, dall`avvocato Massimo Mussato e, per quanto riguarda la questione disciplinare, dall`avvocato Edmondo Dibitonto. I fatti. Il 24 maggio di quest`anno, Adriana Bena, 69 anni, viene ricoverata nel reparto di Neurologia del “Sant`Andrea“ per un ictus. Le cure sembrano tempestive e la donna, a poco a poco, si riprende, i familiari sono fiduciosantonio missineo, alessandria, piemonte, i. Ma la notte del 4 giugno, all`improvviso, un peggioramento. Un`infermiera del reparto accorre e chiama subito il medico reperibile che, secondo l`accusa, si rifiuta di andare in ospedale. La donna muore il mattino dopo e, in base al rapporto di quella tragica notte, d`ufficio, l`Asl avvia un`indagine interna e presenta una denuncia all`autorità giudiziaria, bloccando le esequie della poveretta, in attesa dell`autopsia. Il medico viene sospeso e riceve un avviso di garanzia per omicidio colposo. Non solo. L`Asl scopre che, durante la stessa serata, un medico del Pronto soccorso aveva chiamato lo stesso neurologo reperibile per un consulto su un`altra malata. Anche in quel caso il neurologo avrebbe risposto no. Nella fattispecie, però, il caso non era per fortuna grave. Ma per l`indagine interna ordinata dall`Asl anche il “no“ al Pronto soccorso è da considerarsi grave perché viola il rapporto di fiducia tra l`azienda sanitaria ed un proprio dirigente (i medici ospedalieri sono considerati tali) e dunque l`inchiesta che ha portato al provvedimento disciplinare ha tenuto conto di entrambi gli episodi. Secondo l`Asl, l`indagine interna è stata accurata e ha consentito al neurologo la più ampia facoltà di difesa. Alla fine, il giudizio e il verdetto dell`Asl sono stati però netti. Sul fronte penale, si attendono gli esiti dell`autopsia, dopodiché sarà affrontato il problema del nesso causale tra il mancato arrivo del medico e la morte della donna. Nesso importante per stabilire la reale natura del reato: al di là della scelta del medico di non presentarsi (scelta che egli cercherà di spiegare), è fondamentale sapere se Adriana Bena sarebbe morta lo stesso, oppure no, anche con un immediato intervento dello specialista.Il Codacons si prepara a intraprendere una class action contro lo Stato italiano a tutela dei medici che hanno frequentato la scuola di specializzazione e conseguito il titolo (di qualsiasi indirizzo) tra il 1982 e il 1991, ma non hanno ottenuto il beneficio della borsa di studio (che, all`epoca, si aggirava sui 21 milioni di lire all`anno). L`azione collettiva viene promossa a livello nazionale; in Piemonte si è già mosso il Codacons di Alessandria che sta raccogliendo le adesioni dei medici tramite l`avvocato Paolo Antonio Missineo. Il diritto alla borsa di studio snacito dalla Comunità europea risale al 1982, ma l`Italia recepì la direttiva soltanto a fine 1991.

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