Gli stadi italiani non sono sicuri e possono rappresentare un serio pericolo. La situazione, nota a tutti, emerge con particolare forza dopo la morte del poliziotto a Catania.
La causa degli stadi non a norma ? afferma il Codacons ? risiede nelle deroghe e proroghe al Decreto Pisanu, che rigorosamente disponeva la messa in sicurezza degli impianti. Ne consegue che gli stadi che non sono stati adeguati a tale normativa, non potendo garantire adeguata sicurezza, rappresentano un pericolo per le persone e, di conseguenza, devono essere immediatamente posti sotto sequestro e chiusi.
Il Codacons ha presentato oggi un esposto alle Procure della Repubblica di Roma, Ascoli, Cagliari, Milano, Bergamo, Catania, Verona, Firenze, Empoli, Livorno, Messina, Parma, Reggio Calabria, Udine, Siena e Genova, in cui si chiede alla magistratura di procedere al sequestro cautelativo degli stadi delle rispettive città, impedendo l’accesso al pubblico negli stessi, fino a che gli impianti non saranno messi a norma.
In particolare nel caso dello stadio Olimpico di Roma, si rileva la presenza di uno spazio dal quale i tifosi possono accedere senza biglietto e senza essere sottoposti ad alcun controllo.
?Ancora una volta gli interessi milionari delle lobby del pallone hanno preso il sopravvento sulla sicurezza pubblica, e hanno portato all’escamotage delle deroghe e delle proroghe al Decreto Pisanu per evitare intoppi al meccanismo del calcio che, come noto, porta con se lauti guadagni ? afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi ? Per tale motivo abbiamo chiesto alle varie Procure non solo di chiudere gli stadi, ma anche di accertare se le autorità amministrative e politiche, ministri compresi, abbiano concesso proroghe alla messa in sicurezza degli impianti sulla base di presupposti legittimi e certi e, in caso negativo, tali soggetti dovranno essere indagati per omissione e ritardo di atti d’ufficio?.