Il lavoro congiunto tra il Ministero dell’Ambiente, quello dei Lavori Pubblici e quello dei Trasporti ha portato all’estensione della verifica dell’inquinamento da benzene, il cosiddetto bollino blu, anche nei confronti dei motorini. La normativa in questione, però, potrebbe nascere monca in quanto non vengono previsti aspetti sanzionatori nei confronti di chi materialmente certifica le emissioni di benzene derivanti dai motori a due tempi. Non è inoltre prevista, a carico dei ministeri competenti, un’opera di verifica nei confronti dei meccanici-tecnici i quali, mediante l’utilizzo di sonde all’interno delle marmitte, misurano le emissioni di benzene e sono quindi i reali certificatori dell’inquinamento. Secondo il CODACONS la normativa dovrebbe stabilire per gli operatori che certificano le emissioni una multa pari ad almeno 20.000.000 e la chiusura dell’esercizio commerciale, nell’ipotesi di errata od omessa misurazione. Soltanto un deterrente così forte eviterà ogni possibile accordo tra l’utente e il meccanico che certifica, cosa che potrebbe accadere visto il maggior costo dell’adeguamento degli impianti di scarico dei motorini e delle macchine, nei confronti del costo modestissimo del bollino. Il CODACONS, inoltre, invierà dei motorini-civetta allo scopo di corrompere i meccanici disposti ad eludere le leggi. Chiederemo infatti a qualche meccanico la possibilità di pagare il bollino blu il doppio del suo costo reale, in cambio di una falsa certificazione sulla compatibilità ambientale dello scooter visionato.