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MUCCA PAZZA, CASO IN LOMBARDIA

 Nuovo caso di "mucca pazza" in Italia, il primo del 2008. È stato identificato dal Centro di Referenza nazionale della Bse dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino. In Italia dall’ultimo caso erano passati due anni. L’animale è un bovino di razza frisona di 13 anni, proveniente da un’azienda lattifera di medie dimensioni della Lombardia. Il nuovo caso di Bse risulta essere del tipo classico, il genere più diffuso, originato dall’utilizzo di mangimi contaminati da farine di carne e ossa. Il numero complessivo di casi di "mucca pazza" riscontrati a oggi dal sistema di sorveglianza italiano, è pari a 142 casi. Quest’anno sono stati effettuati 480 mila test in tutta Italia, che si aggiungono ai quasi 5 milioni eseguiti dal 2001 al 2007. "Attraverso decine di ispezioni comunitarie, milioni di test eseguiti sui bovini e sui mangimi – ha detto Maria Caramelli, responsabile del Centro – siamo stati promossi a pieni voti: abbiamo in mano una certificazione ufficiale dal quale risulta che l’Italia ha sotto controllo l’andamento della malattia e tale risultato dà al nostro Paese la possibilità di avere scambi commerciali con tutti gli altri Stati membri di pari rischio sanitario". "Si tratta di un caso perfettamente in media con il trend di drastica riduzione del fenomeno della Bse, che vede l’allevamento italiano tra i più sicuri in Europa con soli due casi rilevati nel 2007", ha commentato la Coldiretti. "La carne italiana è sicura, grazie a un rigido sistema di controlli introdotto nel 2001 che ha permesso di individuare anche questo caso-limite che rappresenta una eredità del lontano passato". Tra le misure anti Bse a cui oggi occorre adeguarsi ci sono: il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell’uso delle farine animali nell’alimentazione, ma soprattutto l’introduzione, dal gennaio 2002, di un sistema obbligatorio di etichettatura, una vera e propria carta d’identità del bestiame. "Occorre evitare che inutili allarmismi si riflettano sui consumi di carne bovina – conclude la Coldiretti – i cui acquisti familiari nel 2007 hanno già fatto registrare un calo del 3,1% rispetto al 2006". In fatto di controlli, il Codacons teme invece "che si sia abbassata la guardia, come spesso accade in Italia quando ritorna la quiete dopo la tempesta". L’associazione chiede controlli a tappeto negli allevamenti e per la Bse.

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