Non cambia niente ai fini dei ricorsi. E’ quel che emergerà nel seguito dell’inchiesta su chi truccava i semafori e in che modo". Mauro Antonelli, presidente del Codacons di Como ascolta i verbali di Raul Cairoli e poi commenta: "Niente che non sapessimo già, i legami tra i comuni e l’ente che forniva i T red. Solo che ora che ci sono le ammissioni, bisognerebbe che il prefetto intervenisse. Di solito non lo fa mai finché non c’è stata una condanna e la sentenza non è passata in giudicato, ma in questo caso, la gente ha tempo 60 giorni per far ricorso. Quindi il prefetto dovrebbe intervenire subito e almeno annullare tutte le multe di chi ha fatto ricorso". Per chi ha pagato non si può far nulla. I telefoni dell’associazione continuano a suonare, ma la risposta è no: "Se si paga, è come ammettere una colpa e indietro non si può tornare". Invece, alla luce di queste ammissioni, si può continuare a fare ricorso, puntando sulla durata del giallo. "I T red di solito vengono messi su strade ad alto scorrimento perchè i sindaci vogliono dare le multe a chi viene da fuori e non ai loro cittadini, sennò non vengono più votati. Già questo è sbagliato perché i T red dovrebbero essere installati negli incroci a maggior rischio incidenti. Il giallo dovrebbe durare 5 secondi sulle strade con limite 70 kmh e 4 con quelle a limite 50. Se sulla foto ci sono meno secondi, allora ci sono gli estremi. Idem per quei semafori dove il rosso scatta subito dopo il giallo. Si può far leva anche sulla foto, per essere valida l’auto deve essere con tutte e quattro le ruote fuori dallo stop. Se le ruote anteriori sono oltre e quelle dietro no, può benissimo darsi che il rosso sia scattato dopo