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MUTUI AGEVOLATI: ABI SONORAMENTE SCONFITTA DAL TAR DEL LAZIO


La sonora bocciatura del Tar del Lazio delle singolari pretese dell’Abi e delle banche, che non hanno voluto abbassare i tassi di interesse a quelli di mercato sui cosiddetti mutui ?agevolati?,come previsto dalla legge 133/99 e dal regolamento di esecuzione n.110 del maggio 2002,è una ottima notizia per i cittadini e per le associazioni dei consumatori che si erano battute strenuamente contro la melina delle banche,anche con manifestazioni pubbliche davanti al Parlamento.


Il Tar del Lazio seppur con un notevole ritardo (oltre 2 anni), ha così respinto la melina dell’Abi che,eludendo leggi e regolamenti con veri e propri atteggiamenti ostruzionistici, ha rifiutato per oltre 30 mesi di rinegoziare gli altissimi tassi di interesse dei cosiddetti mutui ?agevolati?,fissati a saggi del 15/20 per cento su base annua, procurando danni ingenti alle famiglie mutuatarie ed all’erario.


L’Intesa dei Consumatori (Adoc,Adusbef,Codacons,Federconsumatori) aveva calcolato che le banche,così facendo,lucravano ingenti somme, sia dai cittadini mutuatari che dagli enti locali (comuni,province,regioni) quantificate in oltre 1.700 miliardi di vecchie lire l’anno,danneggiando in tal modo gli utenti e le pubbliche finanze,che potevano impiegare i risparmi per attività di pubblico interesse.


L’Abi ora non creda di passarla liscia dopo la sentenza del Tar perchè,anche in presenza di un ricorso al Consiglio di Stato,è obbligata a rinegoziare i mutui, con effetto retroattivo, dalla data del decreto del Governo,restituendo ai cittadini ed alle pubbliche finanze quanto indebitamente percepito negli ultimi 3 anni: la legge è infatti del 1999 ed il regolamento di esecuzione n.110 è del maggio 2000.


Un mutuo decennale di 100 milioni di vecchie lire al tasso medio del 16 per cento, comportava una rata semestrale di 10.050.000 vecchie lire (20.100.000 lire annuale), mentre lo stesso mutuo rinegoziato agli attuali tassi di mercato (7 per cento) comporterà una rata semestrale di 6.966.000 vecchie lire (13.932.000 lire annue),con un risparmio di ben 6.168.000 lire l’anno,che deve esse ristornato ai mutuatari con i dovuti interessi.


La partita economica è molto consistente,poiché ipotizzando un risparmio medio di 10 milioni di vecchie lire per ognuno dei 500.000 mutuatari e per l’ente che ha concesso l’agevolazione,le banche dovranno restituire non meno di 5.000 miliardi di vecchie lire.








































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