Non si arresta la corsa dei tassi di mercato. E i mutui a tasso variabile, la cui rata è ancorata alle fluttuazioni dell’Euribor, diventano sempre più costosi, facendo scattare la protesta dei consumatori riuniti nel Codacons, che chiedono un intervento immediato del governo. Nonostante la Banca centrale europea stia preparando il terreno ad un taglio dei tassi che, secondo gli economisti, potrebbe arrivare già il prossimo mese, il tasso Euribor a tre mesi è volato ieri mattina al nuovo record del 5,34% dal 5,33% di venerdì. Il tasso che una banca paga sui prestiti di fondi trimestrali concessi da un’altra banca sul mercato della liquidità è continuato a salire per la terza seduta consecutiva, trascinando nella sua corsa anche le rate dei mutui a tasso variabile, che lo utilizzano come benchmark cui aggiungere uno «spread». Anche il tasso a un mese è balzato al record, al 5,13% (un punto base in più rispetto a ieri), secondo le stime della Federazione dei banchieri europei. Tassi così alti, nonostante le possenti iniezioni di liquidità sia in dollari che in euro da parte delle banche centrali, si spiegano con la mancanza di fiducia che attraversa i mercati: le banche continuano a trattenere liquidità, non fidandosi di prestarsela reciprocamente sui mercati interbancari. L’ennesimo record storico dell’Euribor torna così nel mirino dei consumatori: «la colpa – scrive il Codacons – è delle banche» e «a pagare davvero, come sempre, sono le famiglie italiane che hanno contratto un mutuo a tasso variabile e che ora rischiano di andare definitivamente sul lastrico». Per questo «il governo deve svegliarsi ed emanare immediatamente quanto previsto dall’ultima legge finanziaria del governo Prodi, ossia il regolamento attuativo che consentirà al cittadino in difficoltà di poter sospendere il pagamento del mutuo acceso per l’acquisto della prima casa, fino a 18 mesi». E le Borse? Wall Street prima vola, aspettando l’approvazione del piano Usa da 700 miliardi da parte della Camera, poi indietreggia perchè i timori di una recessione sono sono dietro l’angolo. A un’ora dalla chiusura, Dow Jones a -1,52% e Nasdaq a -1,48%. Invece le Borse europee hanno vissuto, finalmente, una giornata di forte rimbalzo. A Milano l’S&P/Mib risale del 2,59% (anche se il bilancio settimanale resta in rosso del 4,58%). Bene anche Francoforte (+ 2,41%), Londra (+ 2,26%) e Parigi (+ 2,96%). A trascinare i listini, soprattutto i titoli bancari, bastonati negli ultimi giorni. Hanno aiutato anche le parole di Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit, che ha smentito la necessità di vendere assist e così il titolo è risalito del 9,6%. Bene anche Bpm (+7,37%), IntesaSanPaolo +3,45% e Banco Popolare (+3,09). In rialzo i petroliferi.