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?MUTUI USURARI: MIGLIAIA DI RICORSI ALLA CORTE EUROPEA

Se le banche strillano per non far cambiare il decreto truffa salva banche, i consumatori, o almeno le associazioni che da anni si battono per i diritti calpestati degli utenti bancari non tacciono. Oggi al Senato Elio Lannutti, Presidente di ADUSBEF e Carlo Rienzi, Presidente del CODACONS, hanno confermato la ferma opposizione al decreto legge del Governo e hanno chiesto nuovamente che siano restituiti ai consumatori i soldi pagati a tasso usurario dopo il 1996 . Ma le due associazioni non si sono limitate a questo. Hanno presentato un ricorso, insieme al sig.Marco Veronesi un cittadino che aveva pagato un mutuo usurario, difeso dall’avvocato amministrativista Nicolò Paoletti, alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo chiedendo la condanna dello Stato italiano per l’emanazione del Decreto legge. Si legge nel ricorso che ?con contratto a rogito del notaio Gianfranco Iacovone dell’11.4.1995 rep. n.38972 la Cariplo Cassa di Risparmio delle Province Lombarde ha concesso al ricorrente signor Marco Veronesi un mutuo di Lit.80.000.000 con garanzia iscritta su immobile di proprietà del mutuatario da pagarsi in 15 anni in numero 30 semestralità. Il tasso di interesse è stato fissato nell’art.4 del contratto di mutuo nel 13,500% nominale annuo. Con atto a rogito notaio Gianfranco Iacovone di Roma rep. n.41987 del 14.10.1998 il signor Veronesi e la Cariplo, ferme restando le altre clausole del contratto di mutuo di cui sopra, rinegoziavano il tasso di interesse che all’art.2 veniva fissato nella misura dell’8,50% nominale annuo?. Di qui la violazione dell’art.1 del 1° Protocollo addizionale alla Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali: ? in quanto ha soppresso il diritto di credito dei mutuatari nei confronti degli istituti di credito attraverso l’espediente della interpretazione autentica con valore retroattivo. Ed infatti il decreto legge di interpretazione autentica costituisce con tutta evidenza un espediente volto a favorire gli istituti bancari in danno dei mutuatari come il ricorrente. Si ricorda infatti che, come eccezione al principio di irretroattività della legge, le norme di interpretazione autentica, per opinione pacifica, operano retroattivamente. Si osserva che nelle premesse del decreto legge si afferma espressamente: ?Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni in materia di tassi d’interesse usurari, anche in considerazione degli effetti che la sentenza della Corte di Cassazione n.14899/2000 può determinare in ordine alla stabilità del sistema creditizio nazionale?. E’ dunque evidente il fine esclusivo del Governo di utilizzare l’espediente della norma di interpretazione autentica, che opera retroattivamente, al fine di sopprimere ogni diritto di credito collegato alla restituzione degli interessi corrisposti nonostante la disciplina antiusura. Si consideri infatti che non si rientra in nessuno dei casi in cui si possa parlare di interpretazione autentica, vale a dire: una situazione di incertezza nell’applicazione del diritto, ovvero quando vi siano contrasti giurisprudenziali, oppure quando la scelta imposta dalla legge rientri tra le possibili varianti di senso del testo originario, con ciò vincolando un significato ascrivibile alla norma anteriore. Nella fattispecie le suddette condizioni non sussistono e pertanto è chiaramente strumentale l’utilizzo della interpretazione autentica, che ha effetto retroattivo con la conseguenza che il diritto dei mutuatari già maturatosi nei confronti degli istituti di credito viene esisto di imperio con una norma peraltro emanata dal potere esecutivo. Che il decreto legge sia stato emanato al fine esclusivo di favorire gli istituti bancari si evince chiaramente dalla relazione governativa al decreto legge, dove appunto si mettono in evidenza i presunti problemi derivanti al sistema bancario dalla L. n.108/1996. La stessa relazione governativa dà pertanto conto di come nella fattispecie l’interferenza sia stata posta in essere non già nell’interesse generale ma nell’interesse di pochi soggetti, vale a dire degli istituti bancari. Ci si trova con tutta evidenza di fronte ad un provvedimento legislativo retroattivo che regola in modo palesemente iniquo situazioni sostanziali fondate su una legge precedente.? Così si chiede che la Corte condanni lo Stato italiano a risarcire il danno al consumatore e alle associazioni intervenienti. Sui siti delle due associazioni è reperibile il ricorso integrale che qualsiasi consumatore potrà inviare da solo in carta semplice alla Corte europea di Strasburgo.

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