"Il margine di rischio tecnicamente c’è". E’ secca la risposta del sottosegretario alla salute Francesca Martini all’invito del presidente di Slow Food Carlo Petrini a non andare a mangiare nei ristoranti cinesi. Intervenendo su Repubblica.it Tv il sottosegretario ha sottolineato che "tecnicamente l’affermazione è corretta perchè i prodotti base sono importati al 100% dalla Cina". "Io, sinceramente, non ci sono mai andata – ha aggiunto – amo molto di più la cucina italiana". "Se il sottosegretario ritiene che vi siano rischi per la salute connessi ai ristoranti cinesi, allora deve intervenire e prendere provvedimenti a tutela dei cittadini". A chiederlo è il presidente del Codacons Carlo Rienzi. "Chiediamo alla Martini – ha aggiunto – di inviare i Nas nei ristoranti cinesi di tutta Italia, per verificare se nel cibo somministrato al pubblico vi siano alimenti contenenti latte cinese contaminato dalla sostanza tossica, e valutare, qualora lo ritenesse necessario e qualora vi siano i presupposti, anche provvedimenti più incisivi". A parte alcuni locali, che si attestano su un livello medio-alto, "la stragrande maggioranza dei ristoranti cinesi – aveva sostenuto Carlo Petrini di Slow Food nell’intervista – rientra in uno standad basso e utilizza prodotti di dubbia qualità", soprattutto a confronto con la vera cucina cinese, "varia e affascinante, un intreccio di gastronomia unico al mondo, da quella imperiale a quella dei monaci, dalla vegetariana alla cantonese". Dei ristoranti cinesi nelle nostre città, però, Petrini dice: "Io non li consiglio".