Si apprende oggi che alcuni coltivatori intenderebbero rivolgersi al Tar per sospendere il provvedimento che impone la distruzione delle coltivazioni con sementi ogm del Piemonte.
Un’iniziativa profondamente sbagliata e già a suo tempo bocciata dal Tar del Lazio. Il 2 aprile 2003, infatti, la II sez. del Tar Lazio, Presidente Dott. Scognamiglio, ha respinto il ricorso delle multinazionali di produttori e importatori di ogm che chiedevano di sospendere la circolare del Ministero delle politiche agricole e forestali che vietava rigorosamente la produzione e commercializzazione di sementi, soia e mais che anche accidentalmente contenessero ogm. In udienza erano intervenute anche le associazioni dell’Intesa dei consumatori, rappresentate dall’avv. Carlo Rienzi, e l’Associazione Sementieri Mediterranei AS. SE. ME., per contrastare il ricorso delle multinazionali che volevano superare le leggi italiane al fine di commercializzare sementi ogm. La decisione del Tar del Lazio, che tra l’altro ribadì l’obbligo di indicare in etichetta la presenza, seppur accidentale ed infinitesimale, di sementi ogm quando queste si mischino a lotti ogm free, ha confermato in Italia la tolleranza zero nei confronti degli organismi geneticamente modificati.
Una eventuale sospensione del provvedimento di distruzione delle coltivazioni contaminate da ogm sarebbe inoltre dannoso per l’economia in generale. Con la fioritura, infatti, i semi ogm verrebbero trasportati da vento e insetti anche in campi incontaminati, avviando un circolo vizioso irreversibile che in breve tempo porterà ad inquinare i campi di tutta Italia, con danni incalcolabili. Né appare condivisibile la tesi degli agricoltori basata sui danni economici subiti con la distruzione delle coltivazioni ogm: costoro, infatti, hanno diritto al risarcimento dei danni subiti, e proprio per questo motivo non possono e non devono opporsi alla distruzione delle piante contaminate.