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News Tassinari (Coop): “Ognuno deve fare la sua parte”

La Coop respingerà aumenti di listino che non siano giustificati. E reagirà con le leve commerciali disponibili se non si arriverà a posizioni di equilibrio con l’industria. Help Consumatori ha intervistato Vincenzo Tassinari, presidente Coop Italia. La Coop respingerà aumenti di listino che non siano giustificati. E reagirà con le leve commerciali disponibili se non si arriverà a posizioni di equilibrio con l’industria. Perchè per recuperare la fiducia dei consumatori in un momento di crisi economica "ognuno deve fare la sua parte" comprese le imprese migliori che devono avere un ruolo da protagonista. È quanto spiega a Help Consumatori Vincenzo Tassinari, presidente Coop Italia. La Coop ha denunciato in una lettera aperta pubblicata sui quotidiani la richiesta di aumenti ingiustificati dei prezzi da parte delle industrie multinazioni. Come è nata questa iniziativa? Non è un’iniziativa promozionale né un’iniziativa pubblicitaria. È un avviso al mondo dell’industria di come noi intendiamo sviluppare le negoziazioni nelle prossime settimane, con un focus fondamentale sul prezzo, derivato da una crisi economica dei cittadini e dei consumatori italiani. Questo avviso segnala che c’è questo grande problema, che aumenti di listino che non siano giustificati non sono recepiti dal consumatore, quindi noi li respingeremo qualora fossero ingiustificati. L’esito si svilupperà nelle prossime settimane. Spero che questo segnale venga recepito nell’interesse dell’economia e dei consumatori italiani. Se non venisse recepito, è chiaro che dovremmo mettere in atto misure di reazione. Ha avuto modo di leggere la risposta di Centromarca? Sì, ho letto la risposta di Centromarca. Come al solito Centromarca bada a mettere gli aggettivi e non guarda ai sostantivi delle questioni. La nostra non è né un’operazione pubblicitaria né un’operazione demagogica, è invece un problema reale che va affrontato per quello che è. È vero che le industrie sono preoccupate per la situazione economica. Però è anche vero che noi distributori abbiamo tutto il titolo di dire quando le loro proposte non sono coerenti con le scelte dei consumatori. La loro è una risposta di maniera, una difesa d’ufficio, ma che non entra assolutamente nel merito delle questioni che noi abbiamo posto, cioè che se le materie prime calano su alcuni mercati fondamentali – dai cereali al latte al petrolio – conseguentemente si deve registrare una possibile diminuzione di prezzo. Se invece di una riduzione di prezzi abbiamo invece un aumento, c’è qualcosa che il consumatore non capisce. E noi non possiamo permetterlo. Cosa farà la Coop se le industrie continueranno a chiedere aumenti? Io spero e auspico nell’interesse generale, anche per l’industria di marca, che si possano trovare nelle negoziazioni prossime dei punti di equilibrio. Se questo non fosse possibile, la Coop ha già dichiarato che reagirà. Ci sono varie leve commerciali che si possono agire, fino all’extrema ratio del de-referenziamento di prodotti di industria che non intendono capire queste problematiche. Sugli scaffali dei nostri punti di vendita, nel caso estremo, non ci saranno più presenti i prodotti non coerenti con le esigenze dei consumatori. Spesso si denuncia la diversa velocità con cui si allineano i prezzi, specialmente per il petrolio: gli aumenti sono immediati, le riduzioni invece no. Nell’ambito dei cereali e delle materie prime agricole avviene la stessa cosa? E in quanto tempo dovrebbero abbassarsi i prezzi? Ci sono tempi tecnici di produzione che riguardano le scorte di materie prime comprate a determinate quotazioni. Non è che il listino della borsa di Chicago dice che i cereali calano, e il giorno dopo deve calare il prezzo della pasta: questo non è tecnicamente possibile. Però è pur vero che in un lasso di tempo ragionevole dal punto di vista industriale i prezzi dovrebbero ridursi. Secondo lei come si recupera la fiducia dei consumatori in un momento di crisi economica e dunque di contrazione dei consumi? Ognuno deve fare la sua parte. Penso che le istituzioni mondiali, europee e lo stesso governo italiano possano e debbano fare qualcosa in termini di politica economica che riesca a dare un rilancio dell’economia e del potere d’acquisto dei consumatori. È anche vero che in questo contesto le imprese, soprattutto le migliori imprese, devono avere un ruolo protagonista e non un ruolo passivo, di attesa. Altri devono fare, ma intanto cominciamo noi a rimboccarci le maniche. Questo vuol dire un investimento per le imprese, ridando fiducia ai consumatori con chiari segnali di trasparenza. È un richiamo alla responsabilità per le imprese stesse

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