In un comunicato del 4 aprile il Codacons si appellava al senso di responsabilità dei sindacati e chiedeva la sospensione degli scioperi nel settore dei trasporti non solo, come è stato, fino ai funerali del Santo Padre, ma anche fino alla conclusione del Conclave.
Era di tutta evidenza fin da allora, infatti, che l`affluenza a Roma, da parte dei pellegrini, sarebbe proseguita anche nei giorni successivi, sia per l`omaggio alla tomba del Sommo Pontefice che, in particolare, per l`elezione del nuovo Papa. Appello finora inascoltato. Lo riformuliamo.
Il Codacons chiede la sospensione dello sciopero dei ferrovieri indetto a partire dalle ore 21 di mercoledì e che, proseguendo fino alle 21 di giovedì, andrebbe a cadere proprio nel periodo che tutti i vaticanisti danno come più probabile per la fumata bianca e, infine, la sospensione dello sciopero degli autoferrotranvieri previsto per venerdì 22 aprile, almeno per la città di Roma.
Se anche questo secondo appello dovesse restare inascoltato, il Codacons chiede un intervento della Commissione di garanzia o del Governo. Si ricorda, infatti, che la L. n. 146/1990, stabilisce all’articolo 8 che “nei casi di necessità e urgenza, di propria iniziativa? il Presidente del Consiglio dei ministri o un Ministro da lui delegato, … invitano le parti a desistere?., esperiscono un tentativo di conciliazione, da esaurire nel più breve tempo possibile, e se il tentativo non riesce, adottano con ordinanza le misure necessarie a prevenire il pregiudizio“. “L’ordinanza può disporre il differimento dell’astensione collettiva ad altra data, anche unificando astensioni collettive già proclamate“. Se, quindi, l`appello restasse malauguratamente inascoltato, si invita la Commissione di garanzia o la Presidenza del Consiglio ad intervenire prontamente.