Per il fronte del no alla base, la sentenza del Tar è la prova che “il sindaco Hullweck aveva svenduto la città senza alcuna garanzia“ e che il commissario Costa “ha mentito ai vicentini“.Oggi però alla guida dell`amministrazione berica c`è Achille Variati, che aveva promesso un referendum e che a maggior ragione ora assicura: “Vigileremo affinché venga rispettata l`ordinanza del Tar, coraggiosa perché rappresenta una vittoria delle ragioni della comunità . La sentenza ci dà tempo per poter far esprimere i cittadini attraverso la consultazione prevista per l`autunno. Ma gli Usa hanno consapevolezza della delicatezza della situazione e dell`importanza di non rompere l`equilibrio con la città “.Confermate intanto dal Presidio Permanente le mobilitazioni indette per il 26 e 30 giugno affinché “nessuno faccia scherzi“. Giorni non casuali, visto che il 26 giugno è segnato sulle agende di tutti i “No Dal Molin“ per il consiglio comunale che dovrebbe riunirsi per approvare la delibera in grado di cancellare l`ordine del giorno con cui la precedente amministrazione aveva acconsentito ai progetti statunitensi. Il 30 invece la manifestazione si terrà davanti ai cancelli del Dal Molin.Davanti all`esultanza dei “no base“, il commissario Paolo Costa sceglie il silenzio. “Non essendo stato coinvolto nel procedimento davanti al Tar, non sono in grado, né ritengo utile, fare alcun commento“ è quanto si limita a dire. Nei confronti di Costa arriva dal Presidio l`esortazione a rassegnare le dimissioni, in sintonia con l`ex assessore comunale di An Claudio Cicero (ora lista civica): “Con i danni che ha procurato alla città facendo chiudere l`aeroporto civile per questo progetto, Costa dovrebbe essere dichiarato persona non gradita a Vicenza“.Ma aldilà delle rivincite, questa è soprattutto la vittoria di Giancarlo Albera del Coordinamento dei comitati, uno che alle vie legali, anche internazionali, ci ha sempre creduto anche dopo aver sbattuto la testa invano per mesi contro il consiglio dei cinque saggi del Comune per ottenere l`ammissibilità di un quesito referendario. Non si è mai perso d`animo fino ad arrivare al ricorso al Tar del Codacons.Oltre ai movimenti, soddisfatta della sentenza del Tar è anche Legambiente: “i giudici hanno sottolineato che nelle scelte sulla realizzazione della base Usa non è stata ascoltata la popolazione, mentre era espressamente previsto dall`accordo italo-statunitense. Ed è davvero una sottolineatura importante, in un momento in cui si tende a trattare la popolazione come un ostacolo e non come un soggetto con la capacità e la potestà di influire sulle scelte che interessano il territorio“.Preoccupazione invece sul fronte del “sì“, soprattutto tra coloro che in un`eventuale rinuncia degli Usa al Dal Molin vedono il rischio di perdere il lavoro alla caserma Ederle. Timore esplicitato dal portavoce del comitato Roberto Cattaneo: “Gli americani potrebbe stancarsi della situazione e trasferire tutto lontano da Vicenza“. Silvano Giometto, del fronte favorevole, ha tutta l`intenzione di giocarsi la partita contro il “no“ al referendum, convinto com`è che la maggior parte dei vicentini abbia presente i vantaggi economici derivanti dal nuovo insediamento americano e non si lasci fuorviare dall`allarmismo di Cinzia Bottene del Presidio Permanente e compagni. Giometto quindi continua con la sua raccolta di firme che dovrebbe preparare il terreno alla consultazione.