Come annunciato nei giorni scorsi, Adusbef, Codacons, Federconsumatori e Casa del Consumatore (facenti parte dell’Intesa),hanno impugnato al Tar del Lazio la delibera 07/02/CIR, emanata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,che prevedeva un pasticcio in salsa napoletana in merito agli adempimenti sulla trasferibilità dei numeri telefonici portatili.
Infatti l’Autorità per le TLC insieme ai gestori della telefonia mobile,dopo tre anni di lunga istruttoria,avevano partorito un provvedimento lesivo dei diritti ed interessi dei consumatori,il quale, nell’attuazione concreta, impedisce di sapere a tutti i consumatori quale sia il costo della telefonata.
La maggior parte dei profili tariffari applicati dai gestori del mobile, privilegiano le chiamate all’interno della propria rete (cliente Tim che chiama altro cliente Tim) attraverso tariffe molto convenienti con costi proibitivi per chiamate extrarete (ad es. cliente Tim che chiama cliente Omnitel), con sostanziali aggravi di costi qualora non si identifica il numero contrassegnato dal prefisso.
Inoltre la delibera che prevede che la portabilità del numero non fissa un prezzo per trasferire il numero da un gestore all’altro (alcuni gestori chiedono 10 euro) e quel che è più grave, permette una vera e propria confisca del credito residuo, qualora un cliente cambi gestore, mantenendo lo stesso numero di telefono.
L’Intesa dei consumatori resta favorevole alla concorrenza che si potrebbe dispiegare con la portabilità del numero, ma ritenendo dannosa e lesiva dei diritti dei consumatori ed utenti una delibera che non impone, anche tramite un messaggio vocale, quale sia il costo della telefonata,concretizzando un vero e proprio salto nel buio, consiglia agli utenti di non cambiare gestore.
Casa del consumatore |