NUOVA LEGGE SUGLI SCI: OBBLIGHI SOLO PER I CONSUMATORI E NESSUNO PER I GESTORI DEGLI IMPIANTI

L`aumento degli incidenti sulle pista da sci registrato in questi ultimi anni è dovuto essenzialmente al fatto che, dopo il fenomeno Tomba, lo sci in questi ultimi dieci anni è diventato da sport elitario a fenomeno di massa e c`è stato un aumento esponenziale degli sciatori. Contestualmente, però, non c`è stato un analogo miglioramento del servizio: le piste non sono abbastanza larghe, sono aumentate meno che proporzionalmente rispetto al numero degli sportivi e la portata oraria degli impianti è ancora inadeguata rispetto, ad esempio, a quelli della vicina Svizzera. Spesso la metà delle piste sono chiuse, magari solo perché, per mancanza di personale, non hanno fatto in tempo a batterle. Ovvio che se gli sciatori che percorrono uno stesso tratto sono troppi, il rischio di incidenti aumenta. Eppure la nuova legge, mentre si premura di introdurre sanzioni ed obblighi per il consumatore, nulla di particolare stabilisce per i gestori, nessun obbligo, salvo un`assicurazione, ossia un rimedio a posteriori una volta che l`incidente è accaduto. Stop! E la prevenzione? Alcune domande a chi ha votato a favore della legge:

· Perché non è stato introdotto il numero chiuso per ogni pista (ossia la portata oraria degli impianti di risalita deve essere commisurata al numero degli sciatori che la pista può supportare, in relazione quindi alla sua lunghezza, larghezza e ai collegamenti possibili con altri impianti di risalita)?

· Perché non è previsto l`obbligo di segnalare con un cartello il motivo che ha indotto il gestore a chiudere una pista, ad esempio per pericolo valanghe? Così facendo, forse, gli amanti del fuoripista non sarebbero indotti a ritenere che la mancata apertura della discesa dipenda solo dalla sua mancata sistemazione ed eviterebbero di inoltrarsi pericolosamente lungo il pendio. In molte località mancano addirittura i segnali di pista chiusa e tutto viene lasciato alla discrezione dello sciatore, che se non è un esperto montanaro finisce inevitabilmente per mettere a rischio la sua incolumità e quella degli altri.


· Perché nessun obbligo del gestore, poi, affinché pubblicizzi, fin dalle biglietterie, gli articoli della legge che riguardano il consumatore (dal numero 8 al 19) e che indicano i comportamenti che gli sciatori debbono tenere?


· Perché nell`articolo 5 della legge non è previsto l`obbligo di diffondere nelle scuole (“ ?può concordare?“) la conoscenza delle regole di condotta e perché è previsto che i gestori e gli esercenti degli impianti “?possano essere coinvolti“ in iniziative destinate ad educare allo sport e non invece debbano essere coinvolti?
Nessuna operazione trasparenza, poi, nel rapporto con il cliente sciatore:


· Perché non è stato introdotto l`obbligo per i gestori di segnalare già nella biglietteria il numero di piste aperte e chiuse, consentendo allo sportivo, quindi, di cambiare località prima dell`acquisto del biglietto?


· Perché il costo dello skipass giornaliero resta invariato indipendentemente dal numero delle piste aperte, da quante sono state battute, da quelle innevate, dal tipo di neve (artificiale o naturale) e dal tempo perso in interminabili code (cosa connessa anche al numero degli impianti aperti)? Andare a sciare convinti di poter fare una pista nera che ci piace particolarmente e poi, causa vento, trovare chiusa la seggiovia non è un danno per il consumatore che meriterebbe uno sconto sul biglietto? I gestori degli impianti dovrebbero avere un rapporto più aperto e disponibile nei confronti degli sciatori, rendendo il costo dei biglietti variabile (all`interno di un intervallo minimo e massimo), a seconda della qualità del servizio offerto.