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Operaio ucciso da rottweiler

SAN GIOVANNI TEATINO Aggredito alle spalle da quel cane che credeva amico, che conosceva fin da quando era cucciolo, e che gli ha invece procurato la morte. Il dramma ieri mattina nel giardino della villa di Rinaldo Di Donato, titolare di una fabbrica di vernici a San Giovanni Teatino (Chieti), è scoppiato improvviso e Devil, rottweiler di 11 anni, è diventato un feroce predatore uccidendo il giardiniere Gabriele Ferri, 61 anni di Pianella (Pescara). Ferri era un dipendente della fabbrica di vernici di Chieti Scalo, ma nel tempo libero curava lavori di giardinaggio per Di Donato e di prima mattina, in base agli accordi presi con il suo datore di lavoro, avrebbe dovuto provvedere alla raccolta delle olive. Ma intorno alle ore 9.30 il cane, che non aveva mai dato problemi in passato, lo ha aggredito dilaniandogli volto e cranio. La prima ad accorgersi di ciò che era accaduto è stata la moglie di Di Donato che si trovava in casa e che è stata richiamata dall’insolito abbaiare. Purtroppo quando sono giunti i primi soccorritori per Ferri, che lascia la moglie e due figli, non c’era più nulla da fare. Un vicino, con molto coraggio, è stato il primo ad avvicinarsi ed è riuscito a chiudere il cane nel suo box. Quest’ultimo è stato poi prelevato dal veterinario della Asl e condotto nel ricovero sanitario della Asl di Bucchianico (Chieti) dove verrà abbattuto per esplicita richiesta della famiglia Di Donato. Nel frattempo il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Giuseppe Falasca, che coordina le indagini dei carabinieri della stazione di Sambuceto, ha disposto l’autopsia che verrà effettuata giovedì a Chieti. La salma è stata invece sottoposta a ispezione cadaverica da parte dell’anatomopatologo Cristan D’Ovidio, dell’università d’Annunzio. Scosso dalla tragedia, il sindaco di San Giovanni Teatino, Verino Caldarelli, ha detto che sta esaminando l’ipotesi di emettere un’ordinanza che vieti il possesso di cani aggressivi come i rottweiler.  Il Codacons intanto è intervenuto ribadendo che «ancora una persona è morta per colpa di una delle 17 razze pericolose inserite nelle ordinanze Sirchia, Storace e Turco, e che il sottosegretario Martini vorrebbe eliminare invece che ampliare e potenziare, come il Codacons chiede da tempo». Per questo la sigla chiede «che i possessori dei cani inseriti nell’elenco siamo obbligati ad avere un patentino, ossia un certificato con un esame psicocomportamentale del cane e una verifica delle competenze del padrone».  
 

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