Site icon Codacons Lombardia

Pane e pasta, in arrivo la stangata dell’estate





In un anno, a Salerno il costo della vita ha subìto un aumento intorno al 3%. La valutazione viene dall’Ufficio statistico del Comune, che cura le rilevazioni mensili sui prezzi al consumo per conto dell’Istat. I ricercatori parlano con i dati riscontrati negli esercizi commerciali, principalmente supermercati. Da un’altra postazione Enrico Marchetti, presidente provinciale dell’associazione consumatori Codacons, arriva più o meno alla stessa conclusione: il 3% ci può stare. In verità c’è chi, come Giuseppe Sorrentino, presidente provinciale della Federconsumatori, vede incrementi fino al 5%, soprattutto per colpa del petrolio a livello nazionale e delle tasse sui rifiuti a livello locale. Proprio la Tarsu, a suo avviso, è una specificità salernitana – sia in città sia in molti altri centri – del carovita che si avvita e limita sensibilmente il potere d’acquisto familiare. Se questo è lo scenario di fondo, sui bilanci familiari sembrano incidere particolarmente i periodici rialzi bruschi di alcuni beni. «Basta un po’ di caldo in più – esemplifica Marchetti – e aumentano le zucchine. Come su un mare calmo, ogni tanto arriva un’ondata. Questi balzi bruciano parecchio. Sulla lunga distanza, poi, i prezzi si vanno ad assestare sul 3-4% di incremento». Una di queste fiammate periodiche, la vede ormai prossima Sorrentino: «Intorno a Ferragosto i produttori esauriranno le scorte di grano e farina acquistate coi vecchi prezzi presso i mulini. Così pasta e pane dovrebbero aumentare fino al 10%». Brutta prospettiva, non c’è che dire. Come consolarci? È difficile, ma proviamoci. Il Comune assicura che durante l’ultimo mese quei generi di prima necessità (i farinacei) sono rimasti stabili, così come il latte, l’acqua minerale, il prosciutto e diversi formaggi (fra cui grana e parmigiano). Nelle rilevazioni condotte presso i supermercati, l’olio risulta salito mediamente di 10 centesimi e la mozzarella di 20, anche per effetto, forse, del rapporto stagionale fra domanda e offerta. Sono un po’ più cari i crackers (10 centesimi) e altri tipi di formaggio (per esempio l’Asiago e il pecorino: da 90 centesimi a 1 euro). Bisogna dire, però, che il sistema di rilevazione impostato dall’Istat è piuttosto rigido e limitato: così, se magari riesce a cogliere alcune tendenze di sistema, può perdere le reali dinamiche dei prezzi quotidiani a livello di base. Nel negozio sotto casa, cioè, un determinato prodotto può costare molto meno di quanto vorrebbero le indagini ufficiali. Infatti, mentre nel Paese si rincorrono le proteste per il caro-spiaggia, il Codacons segnala che gli stabilimenti balneari salernitani generalmente non hanno stangato i bagnanti: «L’affitto giornaliero di sdraio e ombrelloni – stima Marchetti – costa fra 50 centesimi e 1 euro in più. Non è moltissimo, se consideriamo una tariffa sui 7 euro». Vero è pure che le difficoltà economiche delle famiglie salernitane cominciano ormai ad assumere carattere strutturale. I segnali e gli allarmi sui sacrifici per tirare avanti si moltiplicano, sicché, come accade un po’ ovunque in tutta Italia, non può sorprendere il dato, riproposto da vari osservatori, che denuncia un calo dei consumi ovvero un sensibile riorientamento delle spese verso settori diversi dai tradizionali. Secondo Gaetano Pellegrino, responsabile provinciale di Adiconsum, questa circostanza consiglia di cambiare orizzonte: quando si fanno ricerche e rilevazioni sul carovita bisogna considerare molto più di adesso i costi delle tariffe e dei servizi. «Sulle famiglie – annota Pellegrino – pesano molto acqua, luce, gas, benzina e telefonia. perciò dobbiamo entrare nel merito dei consumi. Se pane e pasta portano via 50 centesimi, energia e trasporti vogliono 3 o 4 euro». La constatazione implica un appello rivolto ai consumatori: «Ci vuole una consapevolezza nuova nelle spese. Certe cose costano molto e ci rendono più poveri».


Exit mobile version