I parenti del defunto seguono rispettosamente il carro funebre con il feretro. Ma il veicolo, un vecchio motore diesel, è particolarmente inquinante. Così tutte le prime file del corteo finiscono per rimanere intossicate. A segnalare il fatto, accaduto qualche settimana fa in Lombardia, un parente del defunto, che, ovviamente, chiede riservatezza (inutile telefonare, quindi, per avere ulteriori dettagli sulla località).
Ogni giorno nelle nostre città respiriamo le polveri sottili. Ma seguire a pochi centimetri di distanza un veicolo significa respirare direttamente le emissioni del tubo di scappamento, senza dispersioni. In pratica è come se si stesse facendo un aerosol di inquinanti, con livelli di concentrazione altissimi che superano abbondantemente di 10-20 volte le soglie di allarme per le quali viene bloccata un`intera città. Inoltre mentre si segue il carro funebre si fa un`attività motoria che richiede un`ulteriore ossigenazione. Insomma un cocktail micidiale.
Purtroppo la normativa in vigore tratta i carri funebri al pari di un veicolo qualunque. Possono essere indifferentemente diesel o a benzina, catalizzati o non catalizzati, nuovi o vecchi di 20 anni. Anzi, quando si blocca una città per l`inquinamento, i sindaci concedono ai carri funebri deroghe che ne consentono la circolazione.
Il Codacons chiede al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di emanare una circolare che imponga, entro il 1° gennaio 2006, l`obbligo, per i carri funebri, di rispettare lo standard Euro 2 ed entro il 1° gennaio 2008 lo standard Euro 3.