Le nuove norme relative alla patente a punti sono partite, così come le sanzioni e le decurtazioni dei punti patente a danno degli automobilisti scorretti. Tuttavia sul fronte dei corsi di aggiornamento per il recupero dei punti si naviga nel buio più totale.
Gli ispettori del Codacons hanno effettuato una serie di telefonate alle autoscuole delle principali città italiane, fingendosi automobilisti ai quali sono stati tolti punti patente per aver commesso infrazioni, desiderosi di recuperarli al più presto attraverso i corsi di aggiornamento. Ebbene, nessuna autoscuola sa nulla!
Né va meglio contattando la Motorizzazione Civile, telefonando alla quale si viene sballottati da un interno all’altro senza riuscire ad ottenere le informazioni utili. A questo punto viene da porsi una domanda: era proprio il caso di far entrare in vigore le nuove norme senza aver provveduto ad organizzare l’intera macchina dei punti patente?
La polizia, i carabinieri ed i vigili urbani, infatti, le multe le fanno, eccome, ed i punti vengono defalcati. Il cittadino, invece, non può subito adire ai corsi, perché nessuno ne sa niente! L`organo che ha accertato la violazione ha trenta giorni dalla definizione della contestazione effettuata per darne notizia all`anagrafe nazionale degli abilitati alla guida. Il che vuol dire che se un cittadino timoroso ed obbediente non attende la notifica e non contesta il provvedimento davanti al prefetto o al giudice di pace e decide di pagare subito la multa, i trenta giorni scattano immediatamente. Ricordiamo che i corsi non si possono fare quando il punteggio è ormai esaurito. Insomma la patente a punti si sta rivelando un grande ?bluff??
Senza contare un altro aspetto fondamentale della questione: se non si conoscono le modalità di attuazione di questi corsi, non si conoscono nemmeno i costi che l’automobilista dovrà sostenere per seguirli. Vi è quindi un alto rischio, sostiene il Codacons, che la vicenda dei corsi diventi un business ai danni del cittadino, costretto a subire tariffe elevate imposte dall’alto, così come sono da evitare eventuali cartelli tra autoscuole per livellare i prezzi verso l’alto ed annientare la concorrenza. Per questo l’associazione dei consumatori diffida il Ministro Lunardi ad intervenire immediatamente dando indicazioni precise riguardo le modalità di realizzazione di questi corsi di aggiornamento, e soprattutto definendo i costi degli stessi, ad esempio prevedendo una tariffa unica ?sociale? sia presso le autoscuole che presso la Motorizzazione, in modo tale da evitare abusi ai danni degli automobilisti.