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PEDOFILI: QUALI LE RESPONSABILITA’ DA PARTE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE?





Chiunque, leggendo le cronache italiane di questi giorni, ha avuto da pensare.

Il problema della pedofilia non può lasciare indifferente nessuno, e tanto meno chi è genitore. Adolescenza violata, perversione, violenza, mani sporche su corpi innocenti. Fatti di questo genere urtano la coscienza e scuotono frettolosamente il cuore.
L’intervento del CODACONS non è volto a incrementare l’odio verso i colpevoli dei misfatti, probabilmente vittime loro stessi del male che procurano, ma quello di trovare eventuali responsabilità nelle istituzioni, colpevoli di negligenza e di superficialità, e quindi in parte complici nell’esecuzione dei reati. E nella vicenda ve ne sarebbero molti. Il CODACONS denuncia prima di tutto una grave omissione da parte di coloro che ricoprono incarichi di responsabilità in ordine alla gestione e amministrazione del personale e che dovevano svolgere i dovuti controlli. Controlli che chiaramente non ci sono stati. La Procura per i minori, inoltre, aveva aperto e poi archiviato il fascicolo sulle violenze ai due minori che compaiono ancor oggi tra le vittime al centro della nuova inchiesta, la quale è partita in seguito alla denuncia di quella stessa madre che, con la nuova denuncia ai Carabinieri, ha reso possibili gli arresti di questi giorni. Nell’esposto presentato dal CODACONS si fa presente anche come un semplice impiegato del Provveditorato abbia avuto accesso al sistema informativo del Ministero della Pubblica Istruzione, introducendosi in un sistema che dovrebbe essere protetto da misure di sicurezza, acquisendo dati protetti, in particolare centinaia di migliaia di nomi con relativi indirizzi, codici fiscali, e altri dati appartenenti a ragazzi nati tra il ’78 e il ’90, violando espressamente la legge sulla privacy e interferendo così nella vita privata dei soggetti. Per l’associazione dei consumatori, inoltre, non sono chiari i motivi per cui la Pubblica Amministrazione deteneva tali informazioni, e ancor meno chiare le misure minime di sicurezza atte ad evitare che soggetti estranei o comunque non autorizzati entrassero in possesso dei dati.

Per tutti questi motivi il CODACONS ha presentato un esposto/denuncia alla Procura di Roma, al Garante per la tutela dei dati personali e all’Autorità per le comunicazioni, affinché accertino eventuali reati.

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