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Per Coldiretti dal campo alla tavola il prezzo sale del 1.300%

Dopo lo sciopero del pane di ieri, ora quello della benzina, a cominciare dai distributori Total: proseguiranno così le "iniziative di lotta" messe in campo dalle associazioni dei consumatori per sollecitare il governo a intervenire sul carovita. Tre, in particolare, le "richieste immediate" che le associazioni dei consumatori hanno rivolto al premier Berlusconi nelle manifestazioni contro il carovita indette ieri in tutte le piazze d’Italia: la riduzione del 15-20% dei prezzi nel settore agroalimentare; il blocco del carico fiscale su tutti i prodotti energetici, che in Italia è tra i più elevati d’Europa, e la defiscalizzazione del reddito fisso per aumentarne il potere d’acquisto. Al grido di "boicottiamo la pagnotta e i prodotti più cari" e "finiamola con i salassi", le associazioni dei consumatori hanno fatto sentire la loro voce, a cominciare dal sit-in davanti al Parlamento dove il presidente del Codacons Carlo Rienzi si è provocatoriamente presentato vestito da mendicante per interpretare "il povero consumatore". Coldiretti da parte sua ha appoggiato l’iniziativa allestendo dei forni in piazza dove si impastava, si cuoceva e si distribuiva gratis il pane. Secondo i calcoli della Confederazione, nel percorso dal campo alla tavola il prezzo del pane aumenta del 1.300 per cento. Il caro-pane, secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori, già si è tradotto nei primi otto mesi in un calo dei consumi del 2,4%. "I fornai comprano la farina e non il grano e la farina è salita appunto del 2% nei primi otto mesi dell’anno, a fronte di rincari marginali sul prezzo finale del pane" – è stata la replica delle varie associazioni dei panificatori, che hanno definito un flop lo sciopero della pagnotta e hanno anzi ringraziato le associazioni consumatori per il rilievo mediatico offerto alla categoria. "Dai nostri forni, dove le vendite non sono calate, arriva la conferma che le bugie hanno le gambe corte e che i consumatori non si lasciano abbindolare da iniziative demagogiche" – afferma il presidente della Federazione italiana panificatori (Fippa), Luca Vecchiato. "Non è stato uno sciopero della spesa – è il commento del segretario generale dell’Unione nazionale consumatori (Unc), Massimiliano Dona -. Gli italiani sono già costretti a "scioperare" ogni mese quando, verso la quarta settimana, diventa difficile fare acquisti. Abbiamo piuttosto inteso rivolgere un fermo richiamo al governo sulla grave condizione che stanno attraversando le famiglie italiane". Un paniere diversificato per la città di Roma allo scopo di portare a un euro al chilo il prezzo del pane è stata la richiesta del movimento per i diritti dei consumatori "Action – Ronde contro il carovita", che ieri mattina ha occupato a Roma per un’ora e mezzo la sede della Confcommercio e dell’Assipan. Ma tra le associazioni consumatori c’è chi contesta l’efficacia dei prezzi bloccati e dei panieri calmierati. Secondo Altroconsumo sono infatti "scorciatoie apparentemente allettanti ma che in realtà creano dei cartelli".

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