Per quale ragione milioni di lavoratori scioperano oggi contro la finanziaria, il carovita, ed un malessere sociale sempre più diffuso e palpabile, se le retribuzioni contrattuali orarie sono aumentate dello 0,1% a ottobre rispetto a settembre e del 3% su base annua, lo 0,8 in più dell`inflazione che ad ottobre è stata del 2,2%, mentre la sibilla Istat, rileva inoltre che nei primi 10 mesi dell`anno le retribuzioni sono cresciute del 3,3% rispetto al periodo gennaio-ottobre del 2004?
Perché milioni di famiglie non colgono quel clima di fiducia e di benessere diffuso, rappresentato dall’Isae, che continua a snocciolare dati su una ritrovata fiducia dei consumatori e delle imprese ?
Per la statistica Istat ed Isae l’Italia è il Paese di bengodi, dove le retribuzioni crescono più dell’inflazione e gli italiani, colpiti da improvviso benessere, si danno alla pazza gioia acquistando telefonini a ripetizione che è lo strumento principale per misurare il tenore di vita di famiglie ?ricche? ed affatto preoccupate per la disastrosa situazione economica di un Paese che arretra e trascina all’indietro il potere di acquisto falcidiato dalla speculazione e da politiche economiche sbagliate, condizionate dalle lobby e dagli interessi, che rinviano i problemi alle calende greche, come la telenovela del TFR, con l’aggravante della finzione di un presidente del Consiglio che dopo aver piegato il Governo agli interessi delle assicurazioni esce dal Consiglio dei Ministri, fingendo di non aver condizionato un rinvio che costa 350 euro ai giovani lavoratori.
Non basta l’ottimismo di maniera, né le statistiche edulcorate sfornate su misura per far ripartire il motore dell’economia ed un clima di fiducia sempre più a picco, che non aiuta né il rilancio dei consumi, né la cattiva congiuntura.
Il Governo che verrà, oltre ad affrontare la riforma delle professioni e la questione bancaria degli elevatissimi costi più cari del mondo, il problema dei cartelli elettrici e del gas e delle assicurazioni, che anche con la riforma del TFR ha dettato l’agenda del Governo Berlusconi, dovrà affrontare la questione statistica, per ridare fiducia e credibilità agli italiani ed al paese.