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PERCHE’ I COMMISSARI CIRIO NON CHIEDONO LA REVOCATORIA DI 5 EMISSIONI SU 7 ?



Si apre domani a New York il negoziato per la ristrutturazione del debito argentino con la presenza di moltissimi istituti di credito svizzeri,tedeschi,giapponesi e di tutto il mondo,ma non delle banche italiane le quali,nonostante abbiano piazzato ad oltre 450.000 risparmiatori bond ad altissimo rischio per circa 14,5 miliardi di euro,sono state tagliate fuori anche per il conflitto di interesse: avevano quei titoli in portafoglio per addossarli ai risparmiatori quando la situazione economica dell’Argentina volgeva al default.
Intanto l’Intesa dei Consumatori,dopo aver svolto nei giorni scorsi affollate assemblee a Milano e Torino e convocato ulteriori riunioni nelle principali città italiane (sono previste a Firenze e Napoli), intensifica gli esposti penali alle Procure della Repubblica, chiedendo di ascoltare dalla viva voce dei risparmiatori le modalità di vendita dei bond argentini i quali,alla stessa stregua dei bond Cirio,erano in carico ai portafogli delle banche, che le hanno allegramente passate ai risparmiatori,a volte a loro insaputa,prima che la situazione evolvesse verso il dissesto economico.
Dalle migliaia di testimonianze raccolte dall’Intesa,non sembra ci sia stata la rincorsa ai titoli Argentini,né a quelli Cirio,da parte della stragrande maggioranza dei risparmiatori,ma un caldo suggerimento ad acquistare quei titoli consigliati ad hoc dagli istituti di credito per liberarsi di rischi che avevano precedentemente assunto per loro esclusive responsabilità: ciò è facilmente documentabile dai tabulati di carico di quei titoli, che solo la reticenza di Consob e Bankitalia,non rende ancora possibile accertare.

In merito alla situazione della Cirio e dei commissari fallimentari,Intesa chiede per quale ragione non si proceda alle revocatorie verso le banche che hanno emesso ad hoc quei bond per rientrare delle esposizioni precedenti e per quale ragione,i formulari di emissione stabiliti dall’art. 129 del Testo Unico Bancario che dovevano essere approvati dalla Banca d’Italia,indicavano espressamente che quelle obbligazioni,destinate al mercato italiano,potevano essere vendute esclusivamente agli investitori istituzionali.

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