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Petrolio a 90 dollari ma il prezzo del carburante resta alto

Il prezzo del petrolio continua a scendere, ma quello della benzina continua ad essere troppo elevato. Autunno nero per gli automobilisti italiani. Come se non bastassero i prezzi della benzina, gli utenti delle quattro ruote devono fare i conti anche con nuovi aumenti della Rc-auto. Rincari che non risparmiano nessuno: virtuosi e non. Secondo le rilevazioni de Il Salvagente, giornale dei consumatori, che ha realizzato un test sull’Rc-auto in dieci città, un 18enne neo patentato si trova di fronte ad una lievitazione dei listini mediamente del 6%, con punte del 10% a Napoli. Dall’altro capo della "filiera" assicurativa non va meglio a chi, dopo anni senza incidenti, può contare su una prima classe di bonus-malus: anche per i cinquantenni infatti le polizze sono in aumento di circa il 3%, sempre secondo il monitoraggio della rivista. SCAJOLA Le rilevazioni del Garante dei prezzi hanno evidenziato che gli aumenti delle tariffe nel settore Rc auto "non sono in linea con la sostanziale riduzione dei costi dei risarcimenti, significativamente diminuiti anche grazie al risarcimento diretto", ha sottolineato anche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, nel corso di un’audizione alla Commissione finanze della Camera, in cui ha assicurato che il ministero "eserciterà un ruolo di garanzia e vigilanza per contrastare, nel pieno rispetto delle logiche di mercato, pratiche tariffarie prive di obiettive guistificazioni tecnoeconomiche". Il ministro ha aggiunto che, secondo le rilevazioni effettuate a luglio dall’Isvap, "nel settore Rc auto si assiste a due fenomeni contrastanti: prezzi in discesa per i profili a rischio più basso, prezzi che continuano ad aumentare a tassi superiori a quello di inflazione per i giovani, soprattutto in alcune città del Sud". BENZINA Il petrolio scende ancora, ma la benzina è ferma. E se aggiustamenti al ribasso hanno interessato il diesel, la verde è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi giorni. Il terremoto causato dal crac di Lehman Brothers e i timori che la crisi finanziaria in atto si riverberi sull’economia reale e si traduca in recessione, sono il mix che sta trascinando il greggio al ribasso. Il barile è tornato ieri sotto i 90 dollari, con il Brent che ha toccato quota 89,2 dollari, il livello più basso dall’inizio del marzo scorso. Una discesa "figlia" dell’impasse finanziaria, legata principalmente al fatto che chi ha puntato sul greggio nei mesi passati, investendo sui futures, e facendo lievitare il prezzo, oggi sta uscendo da queste posizioni. Vista nell’ottica del cittadino, il calo del barile dovrebbe portare con sé l’effetto positivo di una discesa dei prezzi dei carburanti. E un ribasso c’è stato, come hanno confermato anche i dati diffusi ieri dall’Istat sull’inflazione ad agosto. Ma il "taglio" – denunciano le associazioni dei consumatori – non è in linea con la riduzione delle quotazioni petrolifere: resta una quota di "speculazione" che ammonta a 7-8 centesimi al litro.  Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, hanno confrontato, tenendo conto anche del cambio euro-dollaro, i listini di ieri dei carburanti con quelli di novembre e dicembre 2007 e di gennaio e febbraio 2008, periodi in cui il petrolio si attestava, come ora, sui 90 dollari. Risultato: la benzina dovrebbe costare 1,38 euro al litro, contro la media attuale di 1,45 euro, il gasolio 1,31 euro, mentre è venduto a 1,39-1,40 euro al litro.
 

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