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PILLOLA DEL GIORNO DOPO: PARLIAMONE UN GIORNO PRIMA

In opposizione al ricorso al Tar di due associazioni contro il Ministero della Sanità, la società ACRAF e Laboratoire HRA PHRMA, per l’annullamento del Decreto 510/2000 recante autorizzazioni alla immissione in commercio della specialità medicinale per uso umano ?norlevo? emanato dal Ministero della Sanità, il Codacons è intervenuto ad opponendum a favore della famigerata ?pillola del giorno dopo? . I farmacisti cattolici hanno annunciato di diffondere volantini informativi dove si spiega che la pillola provoca l’aborto e non è un semplice anticoncezionale. In netto contrasto con l’opinione del Codacons che ritiene infatti che la pillola blocca l’ovulazione impedendo la fecondazione se il rapporto sessuale ha avuto luogo nelle ore o nei giorni che precedono l’ovulazione. Se l’ovulazione è avvenuta al momento dell’assunzione, e quindi la fecondazione potrebbe essere già in atto, il farmaco sarebbe in grado di impedire l’impianto dell’ovulo fecondato, modificando la zona interna dell’utero in cui la gravidanza normalmente si impianta. Al contrario, se il processo di impianto è cominciato, non è efficace per interrompere una gravidanza iniziata, seppure da poco tempo. Il Codacons aveva già denunciato alla Procura della Repubblica di Roma la minaccia dei farmacisti di non vendere la pillola del giorno dopo per interruzione di pubblico servizio. E allora ci eravamo posti un interrogativo: Come mai gli obiettori di coscienza continuano a vendere la pillola anticoncezionale nonostante questa sia vietata dalla Chiesa? Sicuramente i nostri vicini Francesi e Inglesi si saranno divertiti a seguire queste polemiche italiane su questo farmaco, in Inghilterra presto potrà essere acquistato senza l’obbligo(italiano) della ricetta medica e in Francia è imminente una legge che prevede la distribuzione alle adolescenti. L’Avv. Nicola Sanitate, responsabile del Dipartimento Sanità del Codacons, sarà presente lunedì 22 gennaio nelle aule del Tar di Roma per sostenere le ragioni del Codacons che ritiene il ricorso proposto dalle associazioni inammissibile, improcedibile e infondato.

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