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Polemiche sulla legalizzazione del poker online

Il responsabile di Gioco Digitale Carlo Gualandri, è intervenuto sull`annunciato ricorso del Codacons contro la decisione dei Monopoli di Stato di autorizzare la diffusione del poker online nel nostro paese “E` molto strana la decisione del Codacons. La decisione di autorizzare il gioco del poker online risale al 2006 quando furono introdotti i giochi di abilità e, attraverso un emendamento alla finanziaria poi convertito in legge, si diede la definizione legale di come i giochi di carte in forma di torneo fossero considerati dei giochi di abilità. Ed è qui che, secondo me, si sta facendo confusione: lo stato italiano non sta legalizzando il gioco del poker – che è e continua ad essere nella tabella dei giochi d`azzardo proibiti – ma bensì il gioco dei tornei di poker sportivo, che sono un gioco di abilità (e quindi non d`azzardo), con ben precise limitazioni. Per quanto possa sembrare sottile è una differenza enorme; in un torneo di poker metto in gioco solo la quota di iscrizione (che per legge va da 50 centesimi a 100 euro), non posso perdere nulla di più e mi confronto alla pari con altri partecipanti in una partita di lunga durata dove anche l`alea delle carte si equalizza e ciò che prevale è la mia abilità mentale e strategica. E` come il tennis, il golf o il risiko. I tornei di poker durano così tanto (ore o addirittura giorni) e richiedono così tanta concentrazione, studio ed abilità che pensare che possano sviluppare compulsività è veramente difficile. Se lo raffronto con quanto sforzo mi è richiesto per fare una giocata da 10 secondi ad una slot o grattare un biglietto di lotteria istantanea precisa Gualandri – non c`è veramente confronto, è come pensare di diventare alcolizzati bevendo birra analcolica. Bisogna stare quindi molto attenti a non basarsi su pregiudizi morali e scarsa informazione. Detto questo condivido totalmente l`attenzione al fenomeno della ludopatia e della pericolosità del gioco compulsivo e, poiché mi sento di fare parte di un segmento della più ampia industria dell`intrattenimento (come ad esempio il cinema e i videogiochi), credo sia un nostro preciso dovere ed interesse prevenire, evitare e curare questi eccessi di una parte minoritaria di soggetti evitando di colpevolizzare la stragrande maggioranza di normalissimi giocatori. Le sigarette creano dipendenza, in tutti i loro consumatori; il vino è abusato dagli alcolisti, una minima frazione dei suoi consumatori. Non facciamo confusione“. Il presidente del Codacons avv. Carlo Rienzi ha annunciato l`intenzione di ricorrere al Tar contro i Monopoli di Stato, entro sessanta giorni: La querelle che potrebbe sorgere scaturirebbe dal fatto che la maggior parte dei giocatori italiani si rivolgono comunque a siti esteri – nel nostro Paese non autorizzati naturalmente – per giocare mettendo a rischio le stesse vincite realizzate. La logica che probabilmente ha portato i Monopoli ad autorizzare anche il poker online tra i giochi di abilità mira a porre sotto controllo il gioco illegale a favore dello sviluppo di quello lecito. “Il poker è da considerare gioco d`azzardo – ha dichiarato Carlo Rienzi ad Agicos – ed in Italia il gioco d`azzardo è punito penalmente. Ciò che accade all`estero non è importante a mio avviso: il gioco se gestito dallo Stato non viene più considerato d`azzardo. Una strana questione. Vorrei chiarire che se lo Stato – attraverso i Monopoli – si assume la responsabilità di legalizzare il gioco d`azzardo – il poker online in questo specifico caso – lo deve fare nelle migliori condizioni ossia garantendo un`adeguata campagna pubblicitaria e di comunicazione sociale sui gravi rischi e sui pericoli che il gioco compulsivo può comportare. Anche le sigarette fanno male alla salute – ha poi concluso Rienzi – ma quanto meno sui pacchetti sono specificatamente riportati i rischi e le conseguenze gravi cui si va incontro. L`esempio è meno banale di quello che sembra“. Un altro problema, fa discutere l`ambiente del gioco: l`oscuramento della pubblicità di Pokerstars “E` un segnale forte, tempestivo e quantomai apprezzabile“. Enea Ruzzettu, AD di Intralot Italia, è molto soddisfatto della decisione dello IAP di censurare la pubblicità cartacea di PokerStars. Spiega infatti che “non è facile entrare così a fondo nei meccanismi dell`industria del gioco, ed è quindi molto importante che gli organismi di controllo dimostrino una tale attenzione. Spero quindi che la decisione del Giurì della Pubblicità sia uno stimolo perché ci siano sempre controlli attenti e puntuali sul rispetto delle regole. Anche perché solo così si può combattere attivamente chi tenta di occupare in modo abusivo delle quote di mercato“. Meglio tardi che mai. L`Italia non è una periferia dove fare delle scorribande“. L`ingegner Fabrizio D`Aloia, presidente di Microgame, accoglie senza mezzi termini la notizia della censura della pubblicità di PokerStars. E poi spiega che “la pubblicità del sito fatta sulla carta stampata riportava i risultati e il numero di utenti del sito .com, nonostante sia una pagina oscurata, e quindi non accessibile dall`Italia. Il giocatore italiano invece può accedere solo alla pagina .it, e quindi confrontarsi con un numero molto inferiore di avversari. Anche se non proprio tempestiva, la decisione dello IAP è pienamente condivisile“. Ma poi D`Aloia spiega che la decisione del Giurì della Pubblicità assicura solo una tutela parziale, e che contro PokerStars “è necessaria anche una censura da parte dell`AAMS. In pratica il sito italiano funziona come una sorta di testa di ponte per il mercato italiano: vi si può giocare solo in modalità “for fun“, quindi senza vincite in denaro. Gli utenti che chiedono come poter puntare del denaro vengono invitati a giocare sul .com, nonostante sia un sito non autorizzato, e quindi illegale, in Italia“.

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