E’ da mesi che l’Intesa consumatori denuncia gli andamenti anomali del prezzo della benzina basati sulla doppia velocità, velocissimi in salita e lentissimi in discesa.
Ma in questi ultimi giorni l’anomalia è francamente esagerata. Infatti se raffrontiamo i prezzi attuali del petrolio con quelli di agosto, settembre e ottobre 2002, si nota che attualmente il prezzo del petrolio al barile è addirittura sceso al di sotto dei 27$, ma con la differenza dell’Euro che si è rafforzato del 15% poiché alla stessa data segnava 0,98 sul dollaro.
Sviluppando questi dati il prezzo industriale della benzina si dovrebbe attestare a 29,5 centesimi al litro che sommate alla accisa (tassa di produzione) pari a 54,2 e all’IVA del 20%, dovrebbe portare il prezzo finale a 1,004 euro con un risparmio di circa 8 centesimi al litro.
Perché non si interviene su tale anomalia? E perchè non viene costituita una commissione di inchiesta come da sempre l’Intesa consumatori ha richiesto? E’ presto detto: mentre in base ai consumi le compagnie con un tale sovrapprezzo lucrano mensilmente maggiori entrate per 115 milioni di euro, lo Stato incassa con identiche motivazioni oltre 26 milioni di euro.
Naturalmente a farne le spese sono come al solito le famiglie italiane oltretutto già aggravate dalla pessima situazione economica e da continui aumenti di prezzi e di tariffe.
Per questi motivi l’Intesa dei consumatori lancia un clamoroso ultimatum: se entro il 30 settembre 2003 le compagnie petrolifere non avranno abbassato i prezzi della benzina alla pompa, proclameremo il boicottaggio per l’intero mese di ottobre 2003 della compagnia che pratica i prezzi più elevati. Questo significa che tutti gli automobilisti italiani verranno informati ed invitati ad astenersi dal rifornirsi di carburante presso la compagnia da noi indicata, con danni enormi per chi continuerà ad approfittarsi dei consumatori.