Continua imperterrito il potere discrezionale delle compagnie di distribuzione dei prodotti petroliferi nella fissazione dei prezzi alla pompa: il costo del petrolio scende ma il prezzo dei carburanti resta immutato.
E’ da mesi che l’Intesa dei consumatori denuncia gli andamenti anomali del prezzo della benzina, basato sulla doppia velocità, velocissimi in salita e lentissimi in discesa.
Il prezzo del greggio scende nel mese di settembre da 30 a 25 $ con cali vicini al 20%, si apprezza l’euro rispetto al dollaro, ma i prezzi della benzina alla pompa restano superiori all’euro (inchiodati attorno alla media di 1,070 ?).
Perché il Governo non interviene su tale anomalia? E perché non viene costituita una Commissione di inchiesta? E’ presto detto: anche lo Stato in termini di imposte ha le proprie convenienze.
Naturalmente a farne le spese sono come al solito le famiglie italiane, già aggravate dal pessimo andamento dei prezzi e delle tariffe.
Dopo il grande successo ottenuto dallo sciopero della spesa del 16 settembre scorso, l’Intesa dei consumatori lancia un nuovo clamoroso ultimatum: se entro il prossimo mese le compagnie di distribuzione dei carburanti non avranno abbassato i prezzi alla pompa, proclameremo il boicottaggio di quelle compagnie che praticheranno i prezzi più elevati.
Tutti gli automobilisti italiani verranno invitati ad astenersi dal rifornirsi presso tali compagnie da noi indicate.
In ogni caso nei prossimi giorni ADOC ADUSBEF CODACONS e FEDERCONSUMATORI avanzeranno la richiesta al Parlamento di istituire una Commissione di inchiesta sui prezzi della benzina. Lo scopo di tale inchiesta sarà quella di accertare l’entità e l’esatta destinazione dei profitti indebiti delle compagnie petrolifere a danno di milioni di cittadini.