La questione del caro prezzi in Italia è diventata una vera e propria emergenza nazionale per le implicazioni e le ricadute negative sui redditi e sul tenore di vita delle famiglie più indigenti, ma anche sui ceti medi che cominciano anche loro a sentire la morsa di una perdita del potere di acquisto superiore al 10 % negli ultimi 2 anni.
Qualora il Governo non affronti con urgenza e rigore una questione diventata ?l’emergenza prezzi? in primis tagliando le unghie alla speculazione con sanzioni dure commisurate alla gravità di un carovita che si trascina dal settembre 2001 ,già in fase di change over, (non certo replicando schemi ed accordi truffaldini portati ad esempio dal Ministro Marzano come quello del 5 maggio sulla Rc Auto che ha continuato a produrre aumenti e non già diminuzioni tariffarie nonostante la patente a punti), l’Intesa dei consumatori organizzerà a partire dal 15 dicembre 2003 non solo una settimana di sciopero della spesa e di serrata dei portafogli, ma anche forme di boicottaggio mirate verso gli speculatori più accaniti come le compagnie petrolifere le quali ,a parità del costo del barile, fanno pagare un litro di benzina 1,85 Euro in media (ossia 10-15 centesimi in più di quanto non richiedessero in presenza di un dollaro, il cui rapporto di cambio era più forte del 25% sull’euro).