Oltre agli aumenti gravissimi, poiché incidono in maniera negativa soprattutto sulle fasce meno abbienti, quali quelli agroalimentari, pane, pasta, latte, ecc., l’altro settore che più pesa sui bilanci familiari è quello relativo all’energia.
Illustriamo qui di seguito i maggiori costi per prodotti energetici che i cittadini hanno dovuto sostenere rispetto agli incrementi che vi sono stati dal 2007 ed inoltre l’extragettito derivante dall’aumento del carico fiscale, con maggiori entrate per l’Erario.
Ponendo come media, tra benzina e gasolio, una spesa di 250 € annui, gli aumenti 2008/2007 della spesa energetica si attestano a 680 € annui.
Ciò che indigna è inoltre l’extragettito che lo Stato realizza ogni anno per gli aumenti del carico fiscale, causati dall’IVA in percentuale, e pari a 1 Miliardo e 920 Milioni.
Sono sufficienti queste cifre per dimostrare, se ce ne fosse bisogno, la drammaticità della situazione e l’urgenza di soluzioni appropriate.
In attesa di soluzioni di carattere strutturale, quali piani energetici, fonti alternative, rigassificatori, ecc., si tratta di prendere alcune decisioni urgenti quali:
- blocco e restituzione dei centesimi in più di Iva che si acquisiscono sul carico fiscale;
- riduzione dell’Iva per riscaldamento, sia a gasolio che a gas, al 10%;
- accelerazione delle “bollette sociali”, che realizzino una riduzione del 20% sulle spese;
- rapidissima liberalizzazione della distribuzione dei carburanti, con apertura alla grande distribuzione.