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Prezzi fermi al bar, Lucca anticipa tutti

 Prezzi fermi in numerosi bar italiani. Dal primo novembre prossimo i pubblici esercizi aderenti alla Fipe-Confcommercio bloccheranno i loro listini per rilanciare i consumi. Ma non solo: potranno anche fare sconti su caffè, brioche e bevande gassate, e ripristinare il prezzo minimo del cono a un euro. L’iniziativa a livello nazionale è stata subito recepita dall’Associazione commercianti di Lucca che, dopo aver coniato lo slogan "Un prezzo amico", ha deciso di invitare i suoi aderenti a congelare i prezzi fino al 28 febbraio 2009. Contemporaneamente però l’Associazione chiede ai grossisti di fermare l’escalation degli aumenti delle materie prime utilizzate per caffè, cappuccini, paste e pezzi salati. La Fipe è intervenuta anche a causa di un dato che suona come un campanello d’allarme, e cioè che il 41,5% degli italiani, secondo un suo sondaggio, ha ridotto la frequentazione di questi locali pubblici e nel 2008 si prevede «una tendenza alla diminuzione del 35%». Una scelta dettata, per il 24,5%, da minori disponibilità di soldi e per il 22% dalla necessità di risparmiare. «La crisi economica – ha spiegato il presidente della Fipe, Enrico Stoppani – si fa sentire anche al bar. Nonostante molte delle consumazioni possano costare meno di un quotidiano, il calo dei consumi è evidente anche ai baristi». E se sono 15 milioni gli italiani che ogni giorno entrano in un bar, ha detto Stoppani, «è anche vero che un terzo dei consumatori italiani si ingegna per trovare quanto necessario per il caffè di ogni giorno o per andare al bar quelle 2-3 volte a settimana». L’iniziativa è stata elogiata da Mister Prezzi, che l’ha definita «virtuosa, anche per l’effetto emulativo che potrà generare». Ma non ha mancato di scatenare polemiche. Coldiretti ha osservato che «solo un centesimo del prezzo pagato dai consumatori per l’acquisto del cornetto al bar è da imputare al costo del grano, che si è ridotto di un terzo rispetto allo scorso anno». La risposta della Fipe non si è fatta attendere: «Coldiretti riveli quanto l’agricoltura riceve in termini di incentivi che, anziché sostenere l’impegno per una maggiore produttività, integrano il reddito degli agricoltori». «Per far riprendere i consumi non è più sufficiente bloccare i prezzi, occorre una riduzione generalizzata dei listini di almeno il 10%».  Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, commenta così la decisione della Fipe-Confcommercio. «L’iniziativa – continua Rienzi – non ci convince per due motivi: innanzitutto non crediamo che ci sarà una grande adesione concreta da parte degli esercenti, e poi è troppo comodo bloccare i prezzi dall’1 novembre quando a settembre bar e ristoranti, come ogni anno, hanno ritoccato all’insù i listini».

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