E` DURATA un`ora, ieri mattina, la prima sessione dell`udienza preliminare per il rogo alla ThyssenKrupp-Ast di Torino del 6 dicembre. Indagati nel procedimento l`ad Harald Espenhahn, accusato di omicidio con dolo eventuale, e altri cinque dirigenti aziendali, ai vari livelli, che devono rispondere di omicidio colposo e omissione di cautele antinfortunistiche. Il gup Francesco Gianfrotta, chiamato a pronunciarsi sulle sei richieste di rinvio a giudizio, dopo aver raccolto le istanze di costituzione di parte civile, ha aggiornato la causa al 23. Le proposte di costituzione di parte civile sono state avanzate da Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, da 70 lavoratori o ex lavoratori della sede torinese della multinazionale, dai sette operai che cercarono di prestare i soccorsi ai loro compagni (e che ora lamentano danni da stress post-traumatico), da due cognati di una delle vittime che non hanno ricevuto il risarcimento dalla Thyssen (perché considerati dall`azienda “non aventi diritto“), dai sindacati Fim, Fiom e Uilm, da Inail e Codacons. “Il patteggiamento? Penso non sia nelle cose. L`abbreviato? Per noi va bene qualsiasi rito, l`importante é fare il processo e arrivare al più presto a una sentenza ? ha affermato al termine dell`udienza il procuratore Raffaele Guariniello ?. Per fortuna abbiamo chiuso le indagini velocemente e così, dopo sette mesi, si è giunti al risarcimento delle famiglie delle vittime. Però l`obiettivo del processo è un altro: accertare se ci sono responsabilità “. L`avvocato Cesare Zaccone, del pool difensivo, ha detto di essere preoccupato per “l`attenzione mediatica, in quanto potrebbe impedire un sereno accertamento“. Quanto alla somma versata dalla multinazionale ai familiari delle sette vittime (12 milioni e 970mila euro), il penalista ha sottolineato che il risarcimento “costituirà un`attenuante, ma è stato devoluto per solidarietà e non deve essere interpretato come ammissione di colpa da parte dell`azienda“.