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Primi pomodori Ogm “anticancro”

ROMA Semmai un giorno li dovessimo trovare sugli scaffali del supermercato, di certo non passerebbero inosservati per il loro colore violaceo scuro: sono i primi pomodori Ogm «anticancro», messi a punto da un progetto di ricerca europeo, in parte italiano. Somministrato a topolini geneticamente suscettibili al cancro, un estratto dei pomodori viola ha infatti permesso di prevenire i tumori allungando considerevolmente la vita delle cavie. I pomodori sono il frutto di uno studio coordinato da Cathie Martin del John Innes Centre, Norwich Research Park presso Colney, in Gran Bretagna, e condotto da Eugenio Butelli che oggi lavora presso lo stesso istituto, insieme a ricercatori dell’Università Cattolica di Campobasso e dell’Istituto Europeo Oncologico (IEO) di Milano. Il segreto di questi pomodori è l’aggiunta al Dna di due geni della pianta bocca di leone, importanti per la produzione di antocianine, molecole antiossidanti tipiche dei frutti di bosco e delle arance rosse. La dieta seguita nel mondo occidentale non sembra essere sufficiente a garantire un apporto adeguato di antocianine, presenti in frutta e verdura (soprattutto frutti di bosco, uva, arance rosse). «Il pomodoro Ogm» spiega Butelli «ha un’attività antiossidante quasi triplicata rispetto al frutto naturale». «A chi serve un pomodoro del genere? Sicuramente ai soggetti che ne deterranno il brevetto, e alle aziende che lo venderanno a caro prezzo» dichiara Simona Capogna dell’esecutivo nazionale Verdi Ambiente Società (Vas). «Per stare bene basta mangiare arance, pomodori, frutti di bosco, broccoli, olio di oliva, uva, basilico, legumi, cioccolata e bere the verde».  Il Codacons chiede garanzie sugli eventuali effetti collaterali e rischi del pomodoro biotech.
 

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