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PRIVACY: ANCHE IL CODACONS CONTRO LA BANCA DATI DEL TRAFFICO TELEFONICO







Il CODACONS, da sempre in prima fila nella tutela del diritto alla riservatezza dei cittadini, si schiera dalla parte del Garante Rodotà e delle sue dichiarazioni inerenti ai rischi per la privacy degli utenti. L’associazione, in modo particolare contesta il decreto ministeriale che fissa a 5 anni la conservazione dei dati inerenti al traffico telefonico degli utenti. In proposito l’associazione ha presentato un ricorso al TAR, contestando, così come ha fatto oggi il Garante, la possibilità che, tramite i dati raccolti dai gestori telefonici, si possano ricostruire gli ultimi 5 anni di vita di ogni cittadino. Tutto ciò, chiaramente, rappresenta una grave violazione del diritto alla riservatezza. Ancor peggio, poi, se si considera che la conservazione per un periodo pari a 5 anni di questi dati, viene giustificata dai gestori telefonici, con la necessità di tutelarsi da eventuali mancati pagamenti. La cosa è molto strana, se si considera che in caso di mancato pagamento della bolletta, la linea telefonica viene staccata dopo pochi mesi ( a seconda del gestore). Quindi i 5 anni di raccolta dati sono del tutto sproporzionati ed ingiustificati. Viene il dubbio che le informazioni raccolte in questo periodo in realtà non servano alle società per tutelarsi in caso di bollette insolute, bensì vengano girate a terzi, senza il consenso degli interessati, creando così una vera e propria ?banca dati?. Per questo motivo il CODACONS chiede che tutti i dati inerenti al traffico telefonico dell’utente vengano cancellati dopo 3 bollette, così da tutelare i cittadini ed evitare violazioni della privacy.

Per lo stesso motivo il CODACONS è intervenuto, presentando un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, contro l’elenco dei telefoni cellulari, che viola il diritto alla riservatezza degli italiani.

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