COMO: IL COMUNE VUOLE CHIUDERE TRE MENSE PER LA REFEZIONE SCOLASTICA
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DI UN SERVIZIO EFFICIENTE
ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI
Servizio destinato a cambiare. Privatizzandolo quasi del tutto. E così mentre il comune di Como non sembra intenzionato a fare marcia indietro sulla decisione di chiudere alcune delle mense oggi utilizzate dalla refezione scolastica – con apprezzamento unanime di qualità e bontà del cibo – sindacati e genitori sono davvero sul piede di guerra. Con una serie di iniziative per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica su questo problema. Su ciaocomo.it si legge che per oggi alle 18 i sindacati hanno indetto un presidio a Palazzo Cernezzi: presenti insegnanti, dipendenti e molti genitori in occasione della convocazione della commissione consiliare III che si occupa proprio di istruzione e cultura.
La richiesta è di un ripensamento sulla decisione già comunicata dal Comune sull’esternalizzazione dei pasti per i bambini delle scuole cittadine. Progetto confermato dopo l’annunciata decisione di chiudere le cucine di via Fiume, di via Alciato e via Nicolodi a Breccia: una cinquantina i posti a rischio per i prossimi mesi. E proprio i sindacati stanno sollecitando anche una possibile convocazione di una assemblea pubblica con sindaco ed assessori competenti per dibattere del problema con tutti i protagonisti. A chiedere il mantenimento dell’attuale situazione sono anche tanti genitori che apprezzano il servizio e la qualità del cibo per i bambini.
Inconcepibile che un servizio apprezzato dalla cittadinanza e fornito in maniera efficiente venga privatizzato, con chiusura immediata di tre mense.
Conosciamo bene cosa è avvenuto in altre città, quando il servizio di refezione scolastica è stato appaltato ad aziende private: peggioramento della qualità in maniera sensibile ed aumento dei costi.
Effettueremo un esposto alla corte dei conti, affinché si indaghi su eventuali rischi per il patrimonio pubblico.