Il CODACONS ha presentato una diffida contro il Ministro della Sanità, Rosy BINDI, per il mancato inserimento dei profilattici all’interno del prontuario medico, con totale carico economico degli stessi, sul Servizio Sanitario Nazionale. L’iniziativa, occasionata dal caso delle prostitute sieropositive di Ravenna e Perugia, risulta confermata, nella sua attualità, dall’episodio del falso manager di Milano, malato di AIDS, che ha sedotto 30 ragazze con la promessa di un posto di lavoro. A ciò si aggiunga che, secondo recenti dati epidemiologici, l’AIDS, dal 1994, è diventata la prima causa di morte nelle principali città di quattro regioni italiane per i giovani dai 25 ai 34 anni (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Liguria). Poiché l’unica forma effettiva di prevenzione rispetto al contagio del virus, risulta essere l’adozione del condom, tali fatti di cronaca dimostrano la scarsa utilità pratica delle iniziative finora adottate, tra cui i costosi spot pubblicitari della Presidenza del Consiglio, nonché l’ignoranza generale sull’argomento. Problema, quest’ultimo, forse aggravato anche dalle personali convinzioni dell’attuale occupante del Dicastero della Sanità, su temi quali controllo delle nascite e castità. Al CODACONS precisano che nessuno vuole obbligare all’utilizzazione dei profilattici, ma va comunque rilevata l’assurdità del delegare ai soli organismi di privato sociale impegnati sul tema, il compito della diffusione gratuita dei condom nelle piazze e nelle discoteche, con il successivo effetto di sensibilizzazione. Sostengono i legali dell’Associazione di difesa dei consumatori, che anche il lievitare paradossale del prezzo del prodotto, non aiuta certo la sua diffusione. Si consideri, infatti, che gli ultimi arrivi sul mercato arrivano ad avere anche un prezzo unitario in farmacia, di 5.000 lire al prezzo, importo non alla portata di un adolescente o di un disoccupato. In punto più propriamente di diritto, spiega l’Avv. Vittorio Amedeo MARINELLI, dell’Ufficio Legale del CODACONS, che ?Lo Stato tramite il Ministero della Sanità, ha l’obbligo di tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e non sembra proprio che evitando di rendere completamente gratuito l’unico strumento di prevenzione e di limitazione della diffusione dell’AIDS, si stia adoperando in tal senso?. ?Peraltro? prosegue l’Avv. MARINELLI- esiste un articolo del codice penale che punisce chiunque, per colpa, commetta fatti tali da far proliferare un’epidemia, norma da valutare alla stregua dell’art. 40 che, in tema di reato omissivo, prevede che non impedire un fatto che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo?. Sollevano il dubbio, all’agguerrita Associazione, che possa forse centrare qualcosa il fatto che ogni malato di AIDS venga a costare al S.S.N. Servizio Sanitario Nazionale, dai 15 ai 20 milioni annui per il pagamento delle nuove terapie, in particolare gli inibitori della proteasi, cospicue somme prevalentemente intascate dalle case farmaceutiche.