ARGENTA. Mancano appena tre mesi, e già partono le «prove tecniche» di processo. Il 23 marzo prossimo, un lunedì, si aprirà l’udienza preliminare più attesa dell’anno, e vedrà imputati 58 tra massimi dirigenti, amministratori e presunti complici delle bancarotte (società revisione e dirigenti Lega) del crac CoopCostruttori. I protagonisti, però, non saranno gli imputati eccellenti e il codazzo di avvocati da tutta la regione, bensì le parti lese, che si costituiranno parte civile davanti al gup Monica Bighetti: i risparmiatori truffati e, se lo vorranno, gli enti pubblici raggirati da quintali di carte false. Ma quante sono, o quante saranno le parti lese? Il calcolo è impossibile da fare, e l’uso dei due verbi – al presente e al futuro -, non può che confermare ulteriormente il caos che regna. Perché, questa vaghezza sui numeri potrebbe creare problemi per le notifiche dell’udienza preliminare, e soprattutto l’organizzazione di essa: dove farla e come farla. Sulla notifica, si potrà sopperire, in quanto chi non dovesse riceverla perché non inserito come parte offesa potrà autonomamente presentare la mattina del 23 marzo la costituzione attraverso un proprio legale. Ma se quella mattina, ad esempio, si presentassero centinaia e centinaia di persone? Ha la risposta pronta l’avvocato Bruno Barbieri, presidente Codacons, legale a Ferrara del Carspac 2, uno dei Comitati di ex soci truffati da Coop,e grande esperto di maxi processi: dalla truffa Tucker a Parmalat a Cirio. Ed ha la risposta pronta: «Come accaduto per tanti altri processi ben più grossi, alla fine le centinaia e migliaia di parti lese vengono rappresentate da pochi legali, e pertanto non dovrebbe esservi un problema di contenimento nell’aula, certo è che nessuno vieta alle parti lese di presentarsi in tribunale». Sul numero delle parti lese è possibile fare un calcolo approssimativo, per cui alla fine, tirate le somme, saranno oltre 400 le parti lese: appena un 15% degli aventi diritto dei 3000 risparmiatori beffati, mentre gli enti pubblici «certificati» come raggirati sono 76 in tutta Italia, tra cui colossi come Anas, Ferrovie e Astaldi. I numeri si ricavano parzialmente dagli atti, che riportano i nominativi di chi denunciò per primo i falsi delle fatture e nei documenti contabili della Coop (finanziarie ed enti appaltanti) e questi sono appena una decina (vedi box in pagina). Quindi, sempre nel capo di imputazione trasmesso dalla procura al gup vi sono una cinquantina di nomi di parti offese: ex soci prestatori Coop inseriti negli atti come vittime, ma solo per caso. Solo una famiglia, i Cavalieri d’Oro di Argenta (legata all’investimento di soldi incassati per un incidente mortale che ha innescato polemiche nelle settimane scorse con un avvocato) è ufficialmente parte offesa, costituita, con tanto di esposto depositato alla procura dal loro legale. Gli altri, la 50ina di ex soci truffati, sono inseriti solo e soltanto perchè i loro legali Azzalli e Maruzzi aveva inviato, per conoscenza, anche alla procura, le lettere di interruzione prescrittiva per intraprendere l’azione di responsabilità civile. A questi, una 60ina di persone, si sono sommati gli altri ex soci che hanno aderito al progetto di Carspac1 e Carspac2 di costituirsi nel processo. Come riferito dall’avvocato Barbieri, per il Carspac2 «saranno circa 300 le adesioni raccolte in questi giorni – prima di Natale, ndr – per la costituzione di parte civile, che verrà depositata». «Ho fatto presente alla cancelleria del tribunale – prosegue – che le costituzioni saranno diverse centinaia, circostanza non a conoscenza di molti, e per motivare la costituzione occorre presentare giustificativi». Insomma, l’attestazione di essere soci prestatori: libretti di risparmio, le cedole dell’Apc e via ancora. Per il Carspac1, invece, informava nei giorni scorsi Valerio Cellini, portavoce del Comitato, saranno al momento «circa 25 le adesioni che aumenteranno, da qua a marzo». La posizione di Carspac1 è netta e opposta rispetto quella di Carspac2: consiglia di costituirsi solo contro le società di revisione, ossia coloro che potranno – in caso di condanna – finanziare eventuali risarcimenti. Da tempo Carspac1 ha già fatto questa scelta politico-opportunistica: «Siamo molto scettici sulla via processuale, lunga e incerta – spiegava Cellini -, abbiamo preferito quella della solidarietà di Lega Coop. Il processo è un rebus, la gente è perplessa sui tempi e le lungaggini, ma non diciamo che il Codacons sbaglia ad agire come fa: le nostre valutazioni sono legate al pragmatismo»: cioè, meglio qualcosa di certo oggi (i soldi di LegaCoop), che qualcosa di indefinito domani (sentenze che arriveranno tra 10 anni e così anche i risarcimenti, eventuali). La LegaCoop finora ha garantito la copertura di circa il 50% dei soldi investiti dai soci e inghiotti dal crac: circa 80milioni di euro, di cui è stato restituito o in via di restituzione la metà, e ricordiamo senza che da parte di LegaCoop vi fosse un obbligo giuridico, mentre ovviamente c’è dal punto di vista morale-politico. Soldi che potranno anche aumentare nel 2009, con una soluzione che Lega Coop sta pensando, di cui non si possono fare previsioni certe, spiega Cellini «speriamo sia una tranche cospicua». Cellini dà un giudizio politico netto sul crac: «Questa vicenda, ormai lo abbiamo visto, ha messo in luce responsabilità politico-morali-storiche-sociali di tanti, partiti, sindacati, Lega, amministratori e tanti altri ma sono, ribadisco, responsabilità politiche che hanno permesso di sviluppare un cancro in seno a questa azienda. A nostro avviso, penalmente è assai diverso attribuire responsabilità, anche a poveri disgraziati che non avevano capacità o che non erano a conoscenza di tutto ciò che accadeva alla Costruttori (allude ai membri del cda, ndr)». L’avvocato Barbieri è più critico verso la «sinistra» e lo ha ribadito più volte, pur rappresentando una associazione di consumatori, il Codacons, di sinistra: una sottolineatura evidenziata perchè altre associazioni di sinistra, Federconsumatori ad esempio, si sono rifiutate di assistere ex soci Costruttori contro Lega Coop o gli ex dirigenti Costruttori, perché troppo vicine, «amiche». «Questa vicenda – è la sottolineatura politica di Barbieri – ha messo in luce la superficialità da parte di chi avrebbe dovuto operare controlli su una azienda come Costruttori e soprattutto mette in luce un atteggiamento politico tipico in Emilia Romagna di chi si sente di non poter essere mai messo in discussione, ed essere sempre riconfermato nel proprio potere». Insomma, non si può più, politicamente, campar di rendita per il passato, anche da noi. Ma guai a mettere in discussione certi poteri: «Abbiamo cercato un dialogo con la stessa Lega Coop che ci è stato negato creando poi quel discrimine per i soci»: Barbieri allude al fatto che oggi i soci Carspac2 che hanno osato sfidare LegaCoop hanno ottenuto il blocco dei rimborsi solo fino al 32%. Il resto sperano di ottenerlo con la via giudiziaria.