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?QUELLI CHE IL CALCIO? FECE PUBBLICITA’ OCCULTA AL LIBRO DI BRUNO VESPA






A seguito di un esposto del Codacons che denunciò come la trasmissione di Rai2 ?Quelli che il calcio? in una puntata del 2003 fece pubblicità occulta al libro di Bruno Vespa, l’ Autorità per le comunicazioni emanò un provvedimento di diffida nei confronti della Rai. L’azienda, ritenendo di essere dalla parte della ragione, fece ricorso contro la sanzione dinanzi al Tar del Lazio. Oggi il Tribunale ha riconfermato la decisione dell’Agcom, ribadendo come il comportamento della Rai e della trasmissione avesse violato le norme in materia di pubblicità occulta.

Nello specifico, nella puntata del 7.12.2003 del programma in oggetto, il comico Maurizio Crozza, nelle finte vesti di Gigi Marzullo, realizzava una gag sottoforma di ironica intervista a Bruno Vespa; nel corso dell’intervista venivano rivolte domande sui contenuti dell’ultimo libro del giornalista ?Il Cavaliere e il Professore?, e mentre il dialogo andava in onda il libro in questione veniva più volte inquadrato.

Il Codacons ritenne tale gag una forma di pubblicità occulta ai danni dei telespettatori, e l’Autorità diede ragione all’associazione. Ora il Tar Lazio, (sez. III Pres. Corsaro, Rel. Fantini) nel confermare la decisione dell’Agcom, afferma:


?seppure non sono state utilizzate parole che incoraggino espressamente all’acquisto del libro, purtuttavia l’esposizione insistita e ripetuta della copertina del libro, non giustificata dal contraddittorio ironico tra intervistatore ed intervistato, né dal contesto scenografico, trova la sua ratio esclusivamente nella finalità promozionale, rafforzata anche dalla presenza dell’Autore nella trasmissione?.


Il Tar quindi conferma il provvedimento impugnato dalla Rai ?laddove censura il fermo immagine protratto sulla copertina del libro, ritenuto non attinente con il contesto ironico dell’intervista curata dal comico Crozza, non necessitante di tale supporto visivo del prodotto editoriale, come pure la presenza dell’Autore alla trasmissione (sebbene in collegamento) che viene indubbiamente a depotenziare il carattere parodistico dell’intervista?.



Il Tar Lazio quindi respinge il ricorso della Rai salvo poi accoglierne un altro presentato dalla stessa azienda relativo alla concreta sanzione irrogata dall’Autorità per le comunicazioni, e questo perché l’Agcom ha superato i termini consentiti per concludere il procedimento.

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