Più di una volta l’Intesaconsumatori, a tutela dei teleutenti italiani, è intervenuta denunciando l’illegittimità di un CdA Rai privo di un presidente e a ranghi ridotti.
Interventi sfociati in una diffida in cui l’Intesa invitava il CdA a non compiere gli atti esulanti l’ordinaria amministrazione in quanto privo di legittimità e delle imprescindibili garanzie di imparzialità, pluralismo ed equilibrio politico.
Arriva oggi all’Intesa la risposta del CdA Rai che di seguito sintetizziamo:
?il Consiglio di Amministrazione per orientamento costante, rimane di norma investito della totalità dei suoi poteri, ancorché si trovi ad operare a ranghi ridotti a seguito della cessazione di uno o più dei suoi amministratori e non ne subisce alcuna attenuazione nell’esercizio, essendo anzi tenuto ad avvalersene per garantire l’operatività della società medesima [?] Peraltro, tenuto conto dell’art. 1 comma 3° del precitato D.L. n.293/1994, convertito nella suindicata legge n. 444/1994 ? giusta il quale nell’ambito dell’applicazione di tale legge ?sono?esclusi gli organi per i quali la nomina dei componenti è di competenza parlamentare? ? l’organo amministrativo della RAI è inequivocabilmente sottratto all’applicazione della normativa in discorso.
Si ribadisce quindi che il CdA della Rai anche a seguito della scadenza del mandato e alle dimissioni di uno dei suoi membri non subisce a livello di organo amministrativo, le limitazioni che la normativa succitata contempla e può operare nella pienezza dei suoi poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria?.
Intesaconsumatori ha segnalato l’assurda posizione della Rai alla Commissione parlamentare di Vigilanza affinché possa valutarne la correttezza.