La rete ammiraglia della Rai non ha risparmiato risorse ed energie per lanciare in prima serata un programma,condotto da Alda D’Eusanio,dal titolo premonitore:?Punto e a capo?,con l’evidente finalità di cannibalizzare altri programmi storicamente consolidati sulle altre reti,invece di attivare trasmissioni di qualità degne di un servizio pubblico finanziato con il canone dei cittadini che potessero fare concorrenza a Mediaset, cercando così di risollevare i bassi indici di ascolto,vero e proprio tracollo delle reti Rai. Ma il vero e proprio ?flop? registrato dal cosiddetto ?reality show? ampiamente pubblicizzato dalla Rai – l’ennesima dimostrazione di una televisione senza qualità, che non crea nel telespettatore uno spirito critico bensì assuefazione, sonoramente battuto perfino da Italia Uno – dimostra la maturità di un pubblico più attento alle proprie tasche ed ai propri diritti, come la trasmissione di Piero Marrazzo Mi Manda Raitre che ha avuto molti più telespettatori, e deve indurre i vertici Rai ad un vero e proprio ?punto e a capo? cancellando proprio i programmi senza qualità.
ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI sono curiose di conoscere i costi del programma ?Punto e a capo? e se tali costi siano compatibili con le risorse di un servizio pubblico finanziato da cittadini che cominciano a pretendere di essere preventivamente consultati sulle irrealistiche rappresentazioni che la Rai fa di una realtà fatta di problemi quotidiani, rincari, perdita del potere di acquisto, lesione continua dei diritti sociali, di enormi disagi della grande maggioranza degli italiani per sopravvivere. Le 3 associazioni, preoccupate per il costante declino anche culturale (contenibile) del servizio pubblico televisivo, che regala ascolti alla concorrenza perché spesso incapace di programmare serie trasmissioni di servizio piuttosto che seguire ?mode e modi? di rappresentare la realtà mediante scandali e scandaletti, chiede alla Rai una inversione di tendenza per riportare al centro dei palinsesti prodotti di qualità che mettano al centro le esigenze dei cittadini consumatori, cancellando quei ?reality show? costosi, profondamente diseducativi specie per l’infanzia.